L’arte del mondo si interroga a Firenze

Al via il Congresso mondiale che torna in Italia dopo 40 anni. Sacchi: “Arte e cultura siano uno dei centri nevralgici importanti per la comunità”

Avviare un dibattito trans-culturale sul Movimento, declinato su due dei suoi aspetti importanti: trasformazione e migrazione. E’ l’obiettivo del Congresso mondiale di Storia dell’Arte del Ciha (Comité international d’Histoire de l’Art) che torna dopo 40 anni in Italia, da domani 1 fino al 6 settembre a Firenze nei locali di Villa Vittoria (Firenze Fiera).

Un momento della presentazione a Palazzo Vecchio

Oltre 500 partecipanti di diversa estrazione geoculturale e 120 interventi di star e giovani storici dell’arte trasformeranno il capoluogo toscano in un grande laboratorio su un nuovo modo di percepire l’arte sia in termini di trasmissione del sapere sia guardando a una fruizione più colta.

Ci saranno poi eventi aperti al pubblico nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio fra i quali spicca la “lectio magistralis” della storica dell’Arte indiana Kavita Singh e una serie di visite a musei e collezioni fiorentine note e meno note secondo i percorsi tematici legati al congresso (programma completo su http://www.chiha-italia.it/florence2019).

Kavita Singh

“Motion: Trasformation” è il titolo scelto per la sezione fiorentina dell’assise organizzata dal Ciha Italia, che ha sede proprio a Firenze, presidente Marzia Faietti, in collaborazione con il Kunsthistorisches Institut in Florenz-Mpi. Per la prima volta infatti l’evento si terrà in due paesi diversi a distanza di un anno. La seconda parte, infatti, andrà in scena nel 2020 a San Paolo del Brasile e si intitolerà: “Motion: migrations”.

Riflettere sul futuro della storia dell’arte in una città come Firenze – dice Gerard Wolf, direttore dell’Istituto Mpi – è una occasione unica se pensiamo solo al ruolo della città dal Trecento in poi per gli scambi transculturali nel Mediterraneo e oltre, con gli intrecci fra arte, scienza e commercio”.

Nove in tutto le sessioni del congresso, divise in tre gruppi, nelle quali l’arte affronterà i rapporti con natura, viaggi, politica e potere, religioni, disegno e scrittura, materia nel corso del tempo, critica e spettatori.

Un appuntamento dunque da non perdere la cui importanza è ben sottolineata dall’assessore alla cultura Tommaso Sacchi che non rinuncia a lanciare un messaggio politico al costituendo esecutivo giallo-rosso: “Firenze – sottolinea – diventa protagonista nel mondo ospitando questo importantissimo evento che torna in Italia dopo 40 anni, non c’è città più adatta della nostra. E’ un segnale importante, alla luce anche del nuovo governo che si sta formando, affinché arte e cultura siano uno dei centri nevralgici fondamentali che muovono la vita della comunità”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.