Le lettere di Santa Caterina, indomabile messaggera di pace

Nel quadro degli eventi de L’Eredità delle Donne, il museo di San Marco il 21, 22 e 23 ottobre offre un reading sulla figura della grande mistica domenicana attraverso le 381 missive scritte dalla teologa senese

Anche quest’anno il Museo di San Marco, in esclusiva per l’Eredità delle Donne, partecipa con un reading fiammeggiante al Calendario OFF del Festival: “Sangue e fuoco, dalle lettere di Caterina da Siena”. Una scelta di lettere della grande mistica domenicana, Dottore della chiesa e patrona d’Italia, a cura dell’associazione culturale CAU, con la voce di Adele Scuderi, accompagnata al violoncello da Chiara Remorini, per la regia e l’adattamento di Sergio Amato.

Santa Caterina da Siena

Ispiratrice della riforma dell’Ordine domenicano, che ha avuto in Giovanni Dominici prima, e in Antonino Pierozzi e Girolamo Savonarola poi, i suoi epigoni più importanti per la storia del convento di San Marco, Caterina da Siena (Siena, 1347- Roma, 1380) è l’interprete di una teologia più affettiva che speculativa e di una spiritualità più attiva che contemplativa. Quasi analfabeta venne ammessa a sedici anni nel convento delle terziarie domenicane di Siena, dette “mantellate”, un’associazione di pie donne in stato vedovile, e lì imparò a leggere e scrivere, entrando in contatto con i suoi padri spirituali domenicani, tra cui spicca Raimondo da Capua che fu suo confessore e biografo, e con religiosi di altri ordini, francescani, agostiniani e gesuati. Autrice di 381 lettere di turbinosa potenza linguistica, indirizzate a prelati, nobildonne, monache, sovrani e pontefici, Caterina raccolse intorno a sé una “famiglia” elettiva di poche decine di persone, uomini e donne, laici e religiosi, dai quali era comunemente chiamata “madre” e considerata maestra e profetessa.

L’edizione critica del suo epistolario, un monumento della letteratura medievale italiana (Caterina è la prima donna non solo in Italia ma in Occidente ad aver dato vita a un’opera di tale consistenza, in volgare) è cominciata nel 1940 ed è ancora in fieri. Il modello dichiarato è Paolo di Tarso, la loro espressività è più oratoria che poetica, la loro qualità è politica nelle intenzioni, ma non in senso mondano. Caterina, pur non avendo mai criticato apertamente la divisione di funzioni tra i sessi nella Chiesa e nella società del suo tempo, che le assegnavano un ruolo secondario e uno status di perpetua minoranza, si è sforzata di andare oltre le differenze di genere, rovesciando dall’interno le barriere tradizionali, dando prova col proprio esempio che una donna come lei, di modeste origini e incolta, poteva impegnarsi nella vita pubblica e assumere ruoli tipicamente maschili di ambasciatrice e perfino di direttrice di anime e coscienze. Se il tema di questa quinta edizione dell’Eredità delle Donne è l’esplorazione del rapporto tra donne, guerre e potere, Caterina da Siena può considerarsi a pieno titolo un’indomabile, appassionata e ardente messaggera di pace.

Il reading si svolgerà nel Chiostro di San Domenico, all’interno del Museo, il 21- 22- 23 ottobre alle ore 11. L’accesso è consentito solo su prenotazione, telefonando al numero 055 088 2000, e previo pagamento del biglietto d’ingresso al Museo, da acquistare al momento.

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