Le spoglie di Montale non finiranno nell’ossario comune

Drusilla Tanzi e Eugenio Montale

Concessione rinnovata sino al 2051 dopo le polemiche per l’assegnazione scaduta da otto anni che avrebbe comportato il trasferimento dei resti mortali del poeta e della moglie Drusilla Tanzi
La tomba di Montale a San Felice a Ema

Le spoglie di Eugenio Montale non finiranno nell’ossario comune. Lo conferma l’assessore al Welfare con delega ai cimiteri Andrea Vannucci commentando riportata da un quotidiano on-line secondo il quale i resti mortali del grande poeta e scrittore avrebbero rischiato di finire nell’ossario comune.

Il premio nobel per la letteratura riposa dal 1981 nel cimitero di San Felice a Ema dove è sepolta anche la moglie Drusilla Tanzi, scomparsa nel 1963. Ma la concessione del loculo di famiglia sarebbe scaduta da otto anni e sembra che nessun parente si sia fatto avanti per la conferma. Immediato era partito il tam-tam mediatico con la presa di posizione di Emanuele Moggia, sindaco di Monterosso, luogo centrale della poesia montaliana, dettosi disponibile ad accogliere le spoglie del poeta. Ma subito dopo è arrivata la conferma da parte di Bianca Montale, nipote ed erede universale del poeta, che la concessione del loculo sarà prolungata sino al 2051.

“Ad ogni modo  – dice Vannucci – siamo impegnati in un’importante operazione di controllo delle scadenze delle vecchie concessioni cimiteriali. A San Felice a Ema siamo arrivati a controllare le concessioni delle persone morte nel 1978, quindi diversi anni prima dalla morte di Montale”.

Vannucci aggiunge: “Quando arriveremo al 1981 contatteremo Bianca Montale. In ogni caso ci saremmo adoperati con il sindaco Nardella e la giunta per trovare una soluzione per questa sepoltura importante, proprio come avviene per gli altri personaggi  illustri che riposano a San Miniato al Monte. Firenze custodisce le spoglie di personaggi importanti della nostra storia e della nostra cultura, e ne siamo orgogliosi. Ci impegneremo perché le spoglie di Montale continuino ad essere custodite nel loculo che custodisce anche quelle della sua signora”. “Eusebio”, finissimo poeta-redattore del Corriere della Sera, e la sua amatissima “Mosca” adesso possono riposare un po’ più tranquilli.

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