“Multificio”, la petizione di Renzi contro il Comune

Il Senatore: “I soldi del tesoretto multe (22 milioni secondo i calcoli di Italia Viva) vadano a progetti concordati con le associazioni delle vittime della strada”. E su Palazzo Vecchio: “Non mi interessa la Giunta”

Chi si aspettava di assistere all’assalto del fortino di Palazzo Vecchio, è andato deluso. Almeno per il momento. Perché nonostante la suggestiva e per certi versi anche evocativa convocazione della conferenza stampa di fianco a piazza Signoria, a pochi metri dalle finestre del Salone de’ Dugento dove abitualmente si tengono le riunioni del Consiglio Comunale, con un ulteriore colpo di teatro degno di un attore ormai consumato della scena politica, Matteo Renzi appena riconfermato senatore non ha annunciato il ritiro dell’unico assessore che in  questo momento Italia Viva può vantare pur non essendo passata dal vaglio del voto popopolare (Titta Meucci). Né tantomeno ha chiesto in virtù del 15% preso alle politiche in città l’aumento a due suoi rappresentanti come diversi rumors indicavano negli ultimi giorni per far pesare ancora di più proprio il famoso 15%: l’idea era quella di Gabriele Toccafondi, non   riconfermato in Parlamento, che avrebbe potuto prendere il posto al bilancio e commercio di Federico Gianassi il quale invece il biglietto per Roma l’ha staccato quasi a furor di popolo per il Pd.

Bensì, sull’onda delle polemiche pesanti scatenate dal “velocar”, il nuovo sistema di rilevamento della velocità delle auto in corsa che negli ultimi mesi avrebbe fatto aumentare del 600% le multe comminate in città “pizzicando” senza pietà anche chi si trovava a transitare a 51 chilometri l’ora, ha pensato di lanciare una petizione in cui si chiede al Comune  di destinare i soldi del tesoretto delle multe 2022 per l’equivalente di venti milioni di euro a progetti concordati con le associazioni delle vittime della strada; alzare la velocità di 10km/h nelle strade a quattro corsie maggiormente interessate alle multe di queste settimane; Investire con più determinazione nel progetto David ideato dall’associazione Lorenzo Guarnieri e dal Comune nel 2010, che ha portato in dieci anni a una riduzione di incidenti mortali a Firenze del 72% (contro una riduzione in Italia nello stesso periodo del 23%). La petizione si può firmare anche on line andando sul sito (https://www.italiaviva.it/si_alla_sicurezza_stradale_no_al_multificio?fbclid=IwAR2Up17cLXVw3_Ud5JlXt9rtNRuFXOQWmVcLSkeKsz0C0BTnO16N0B20Bko).

“In questi anni – ha spiegato Renzi ai cronisti –  il lavoro che è stato fatto sulla sicurezza stradale è per me uno dei punti fondamentali della mia vita politica. Per questo non posso accettare che si dica che noi siamo contro i temi della sicurezza stradale: è una vergogna ipocrita e su questo tema non faremo sconti a nessuno. A Firenze negli ultimi tre mesi c’è stata un’esplosione di multe del 600% che non ha alcuna ragione legata alla sicurezza, ma semplicemente al bisogno di fare cassa. Noi pensiamo che lottare per la sicurezza stradale sia giustissimo, ma utilizzare gli autovelox per fare cassa e sanare il bilancio del Comune sia una scelta sbagliata. Non si può governare con un atteggiamento in cui il cittadino, specie in un momento di crisi come questo, fa da bancomat alla città. Perché se si vuol essere seri sulle multe allora si mettono cartelli in modo più evidente, si aumenta la velocità di 10 chilometri l’ora nelle strade a quattro corsie perché essere multati in una strada a quattro corsie a 51 all’ora è una presa di giro”. Di qui dunque l’idea della petizione.  

Dunque niente ben servito all’esecutivo guidato dal suo un tempo ex delfino, anche perché a sentire lui della “questione Giunta” – come la definisce –  non gli interessa per niente. E men che meno del secondo possibile assessore che esclude di voler chiedere, rivendicando anche il fatto che ha sempre fatto politica senza guardare mai alle poltrone. “ Anzi – conclude – sono l’unico in Italia che si è dimesso per il referendum costituzionale, l’unico che ha scelto di ritirare dei ministri, ho fatto venire via degli assessori quando ero segretario della Margherita. A me delle poltrone interessa il giusto. Sono altri che hanno bisogno di litigare con me per le loro vicende nazionali. Io voglio solo dire che chi prende una multa a 51 chilometri all’ora a Firenze non si senta presa in giro: e siccome qui ho preso il 15% alle politiche, la mia voce non è per prendere un posto in giunta ma per quelli che oggi non sanno come far quadrare i conti perché magari hanno preso quattro multe a 51 all’ora e con l’inflazione al 9% non sanno dove battere la testa. Non si faccia cassa con i cittadini. Se si vuole fare una battaglia sulla sicurezza, questi soldi siano spesi dalle associazioni e non da qualche funzionario borbonico del comune”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.