Nardella al 25 Aprile: “Non possiamo dirci italiani se non siamo antifascisti”

Tante le commemorazioni in tutta la Toscana. In piazza Signoria fra le autorità anche il deputato fiorentino Giovanni Donzelli (FdI), mentre Matteo Renzi ha seguito la cerimonia in mezzo ai cittadini

«La Resistenza è la nostra identità nazionale. Se ci diciamo italiani ci diciamo anche antifascisti, non possiamo dirci italiani se non siamo antifascisti ed è su questi valori che dobbiamo fondare una memoria comune». Così il sindaco di Firenze, Dario Nardella, intervenuto dall’arengario di Palazzo Vecchio in piazza della Signoria per la celebrazione del 25 aprile, 78esimo anniversario della Liberazione nazionale. 

«Qui in Piazza Signoria a fine del corteo partito da Piazza Unità, dove abbiamo omaggiato, insieme alle istituzioni cittadine, i caduti di tutte le guerre, ricordiamo il sacrificio di vite umane che ha permesso la Liberazione dal regime autoritario nazifascista, la fine della guerra e la nascita di un nuovo Stato democratico – ha esordito il sindaco nel suo discorso – E lo facciamo da Firenze, medaglia d’oro al valor militare, onorificenza riconosciutale già nel 1945». 

L’intervento di Sandra Bonsanti

Sono state tante le cerimonie istituzionali in Toscana per celebrare il 25 aprile durante l’intera giornata. A Scandicci, in piazza, c’era anche Annalisa Savino, la preside della lettera agli studenti dopo l’aggressione al Michelangiolo. A Firenze alzabandiera solenne e consueta deposizione della corona di alloro al monumento ai caduti in piazza dell’Unità d’Italia alla presenza del sindaco Dario Nardella, del prefetto Francesca Ferrandino, del presidente della Regione Eugenio Giani, di una delegazione delle Forze armate, a cui ha fatto seguito un corteo fino a Palazzo Vecchio per le orazioni. Tra le autorità presente anche il deputato fiorentino di Fdi Giovanni Donzelli. Ha seguito invece la cerimonia in mezzo ai cittadini Matteo Renzi, leader di Italia Viva. Sempre a Firenze, invece, iniziativa personale al cimitero militare Usa a Falciani del leader della Lega Matteo Salvini che ha reso omaggio ai soldati americani caduti nella Seconda Guerra Mondiale durante la risalita dell’Italia, deponendovi una corona di fiori. 

L’assessore Maria Federica Giuliani all’iniziativa “Diamo un futuro alla memoria”

Le celebrazioni erano iniziate in mattinate al cimitero di Trespiano con l’iniziativa “Diamo un futuro alla memoria” alla presenza dell’assessore alla memoria Maria Federica Giuliani.

«Dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943 – ha continuato il sindaco – circa 800 mila militari italiani vennero catturati e deportati nei lager tedeschi. Di questi, quasi 200 mila riuscirono a fuggire, andando a formare il grosso delle bande partigiane, mentre oltre 600 mila furono internati nei campi e lager tedeschi e si trovarono a dover decidere, sulla propria pelle se tornare a casa (a condizione di aderire alla Repubblica di Salò) o rimanere nei lager. A ragione si è parlato di `Resistenza senz’armi´, di fronte alla scelta eroica di questi uomini che, a costo della vita, rifiutarono in massa di aderire alla Repubblica Sociale Italiana e di unirsi ai nazisti. Per noi ogni anno il 25 aprile rappresenta il momento fondamentale nel quale tutto il popolo italiano rinnova la sua forte consapevolezza dei valori della libertà, della Resistenza. Il 25 aprile deve essere la festa di tutti. Tutte le istituzioni devono impegnarsi senza ambiguità, senza alcun tipo di infingimento, affinché i valori della Liberazione, dell’Antifascismo e della Resistenza siano valori condivisi da tutto il popolo, perché un popolo senza memoria non è un popolo. Una nazione senza un patrimonio di valori e di memoria non è una nazione“. 

Nel pomeriggio cerimonia anche a Sant’Anna di Stazzema, luogo dell’eccidio nazifascista. A tenere l’orazione  è stata la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.