Ne “L’impagliatore di sedie” l’atto d’amore per una Firenze che non c’è più

Lo spettacolo, scritto e interpretato da Emiliano Buttaroni, è un viaggio nei luoghi e nelle tradizioni della Firenze di un tempo, accompagnato dalle musiche originali di Stefania Bedetti

Emiliano Buttaroni in scena

Un viaggio nei luoghi e nelle storie della Firenze di un tempo, attraverso i ricordi di un artigiano che ne incarna la tradizione ormai perduta. Questo è “L’impagliatore di sedie”, lo spettacolo che sabato 5 marzo alle 21.00 debutterà al Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio (Firenze), in replica domenica 6 alle 16.30. Testo originale scritto e interpretato da Emiliano Buttaroni, che ne firma anche la regia insieme ad Andrea Bruno Savelli, la storia prende le mosse dalla bottega dell’artigiano burbero, testardo e profondamente legato alla sua città, per avventurarsi lungo il filo di una vita passata tra le strade di un centro oggi irriconoscibile, finché nel monologo dell’impagliatore non si inserirà un ospite inatteso: Dio. Ad accompagnare questa favola moderna le musiche originali di Stefania Bedetti, interpretate da Evelyn Di Biase e dalla stessa Bedetti (info e prenotazioni: 055.8940864 – biglietteria@teatrodante.it – WhatsApp 3463038170).

“Ho portato nel cuore l’impagliatore per molti anni – racconta Emiliano Buttaroni – quest’uomo che tratta Dio come un qualsiasi impiegato comunale. E un pensiero vola a chi mi ha ispirato per scriverloCarlo Monni. Quando feci leggere il testo a Carlo mi disse che era una poesia, ma che non sarebbe riuscito a interpretarlo; dopo che è venuto a mancare ho capito perché. Spero che il pubblico si innamorerà del buon Pallanti, e se le parole non basteranno ci penserà la musica, che in questo spettacolo è un vero e proprio personaggio”.

Prodotto da Fondazione Accademia dei Perseveranti, “L’impagliatore di sedie” porta in scena un attore, una violinista e una cantante per raccontare la vicenda del Pallanti, uomo amante della vita semplice, vedovo da undici anni e fine osservatore del mondo moderno. Pallanti vive di ricordi perché, a suo dire, il presente non gli appartiene, figuriamoci il futuro. Nella memoria ha ancora vivido l’incontro con la moglie tra il Duomo e il Battistero, le passeggiate sul Ponte Vecchio e il tempo in cui le case in collina non erano state vendute a turisti americani e tedeschi. Ed è proprio per questo che Dio in persona va a trovarlo, per convincerlo ad andare con lui in paradiso e insegnare alla gente di lassù l’amore per le radici che, proprio come sulla terra, sembra essere andato perduto. Dopo aver circuitato nell’area metropolitana in forma di lettura scenica, il lavoro arriva per la prima volta in teatro come vero e proprio spettacolo.

L’impagliatore è un’opera affascinante – continua Andrea Bruno Savelli – perché narra con stile antico e affabulatorio, eppure mai vecchio, un mondo che non c’è più. Lo evoca con nostalgia e dolcezza, con toni fiabeschi che arrivano direttamente da Collodi. È un atto d’amore verso Firenze, quella che è stata, quella di oggi e quella che sarà, ma anche verso l’artigianato e le sapienze trasmesse di padre in figlio, oltre che uno spettacolo divertente e godibilissimo”.

Ingresso: Posto unico numerato intero 13.50€ + prevendita, Ridotto 10.50€ + prevendita (under 18, over 65, soci coop). Info:  Tel.  055- 8940864, Whatsapp e Telegram 3463038170, biglietteria@teatrodante.it.

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