Nel giorno del trionfo a Tokio l’atletica leggera perde Renzo Avogaro

Tecnico eccellente, scopritore di talenti come Stecchi, Iapichino e Fortini, se n’è andato a 79 anni vinto da una grave malattia. La preghiera dei suoi ex atleti all’Assi Giglio Rosso e il ricordo del Governatore toscano Giani: “Renzo si caratterizzava per le sue grandi competenze tecniche e per la sua umanità”

E’ volato via in alto leggero, con eleganza e grande signorilità. Come la caratteristica della specialità che più amava. Come era lui stesso, volto da signore di altri tempi, e come insegnava alle numerose generazioni di atleti che gli erano capitati fra le mani, forgiandoli pian piano a diventare campioni, ma soprattutto uomini e donne. Con  i valori cardine dello sport, e del suo in particolare, bene impressi: lealtà, competizione, correttezza, rispetto massimo dell’avversario.

Una bella immagine di Renzo Avogaro

Renzo Avogaro se n’è andato ieri a 79 anni vinto da una lunga e grave malattia nel giorno storico vissuto dall’atletica leggera italiana entrata di diritto dalla porta principale dei “master” con gli ori olimpici a Tokio di Gianmarco Tamberi proprio nel salto in alto e  di Marcell Jacobs direttamente nella leggenda, primo italiano a vincere in 125 anni di Olimpiadi la gara regina dei 100 metri. Chissà cosa avrebbe detto Renzo di tutto questo e come avrebbe festeggiato, pensando che un po’ o forse molto di questi due straordinari risultati in qualche modo era dovuto anche a lui, per tutto il grande lavoro speso in anni e anni di allenamenti, convocazioni, impegni come allenatore e supervisore, costruendo talenti come Gianni Stecchi (asta), Riccardo Fortini (alto) e Gianni Iapichino (asta e prove multiple), già consorte di Fiona May e papà di Larissa record mondiale Under 20 al coperto di salto in lungo, solo per citarne tre tra i tanti che ha seguito in una lunga e appassionata carriera. Da notare che Stecchi, Fortini e Iapichino sono stati, in epoche diverse, primatisti italiani. E’ stato responsabile del salto con l’asta nazionale e delle prove multiple e ha creato la scuola fiorentina del salto con l’asta ed è stato per tutta la vita docente ISEF con cattedra di nuoto prima e poi per tantissimi anni di atletica leggera.

Ma Renzo Avogaro è stato anche un grande divulgatore di sport: suoi sono numerosi volumi sulla preparazione degli atleti nelle diverse discipline alcuni dei quali custoditi in università prestigiose come ad esempio la Cattolica a Milano. Avogaro una volta smessa la tuta da allenatore aveva continuato nel mondo dell’Atletica ricoprendo diversi incarichi tra cui anche quello di fiduciario tecnico della Fidal, la Federazione di Atletica Leggera. La notizia della scomparsa ha fatto subito il giro dei social e sulla pagina Facebook del tecnico fiorentino sono centinaia i messaggi di cordoglio postati da amici, conoscenti, grandi personaggi dello sport e dell’atletica che da ieri sera stanno facendo sentire la loro vicinanza alla moglie di Renzo, Marika, e ai suoi figli. “Sentite condoglianze Marika, a nome mio e di tutta la Fidal Toscana. Renzo ci mancherà tantissimo. Un forte abbraccio” scrive sul social network il presidente  Alessandro Alberti”.

A margine della conferenza stampa sul progetto di ponte sull’Arno fra Signa e Lastra anche il presidente della Regione Eugenio Giani ha voluto ricordarlo con parole toccanti: “La scomparsa di Avogaro – ha detto il Governatore – colpisce profondamente tutto il mondo dello sport fiorentino e toscano ma anche nazionale. Insegnante all’Isef personalità prestigiosa è stato per alcuni anni anche tecnico nazionale e si è trovato ad allenare gli atleti più prestigiosi nel salto in alto e con l’asta: penso a Stecchi arrivato alle finali dei campionati mondiali a Roma o a Fortini che raggiunse record nazionali e costituì uno delle promesse maggiori per l’atletica azzurra. Accanto a loro tanti atleti che oggi sono in lutto perché Renzo si caratterizzava per le sue grandi competenze non solo dal punto di visto tecnico ma anche per la sua profonda umanità con cui riusciva a far raggiungere ai suoi atleti prestazioni d’eccellenza. Ricordo Gianni Iapichino, il babbo di Larissa, che nel salto con l’asta era un atleta di talento straordinario. Ma la sua attenzione è stata sempre anche per la Toscana che ha vissuto con una grande scrupolosità verso l’ambiente e il territorio. Ricordo le iniziative subacquee all’Elba e all’arcipelago Toscano. Un uomo che se n’è andato, ma lascia il segno per la sua attività professionale e di tecnico, nonché di uomo attento ai valori naturali e ambientali della nostra regione”

Qualche sera fa nel campo storico di allenamento dell’Atletica fiorentina agli Assi Giglio Rosso alcuni suoi ex atleti tra cui Gianni Iapichino si erano ritrovati vicini al saccone che protegge la caduta degli atleti dopo aver spiccato il balzo a scavalcare l’asticella. Hanno acceso una candela, si sono presi per mano e in silenzio hanno pregato per lui, perché Renzo potesse superare anche questa ultima e decisiva prova. La commozione era altissima,  molto di più di una sbarra e di una misura da oltrepassare.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.