Riapre il Bargello con la Sala degli Avori completamente riallestita

Adesso sarà possibile vedere la straordinaria collezione di circa 250 esemplari in una luce nuova. E domani porte aperte anche al vicino Museo Galileo

In concomitanza con la riapertura del Museo Nazionale del Bargello, dopo la chiusura forzata imposta negli ultimi mesi dall’emergenza pandemica, torna visibile al pubblico la Sala degli Avori, completamente riallestita. Il progetto, curato dall’ufficio tecnico dei Musei del Bargello insieme allo studio Guicciardini e Magni Architetti, è il primo importante intervento di rinnovamento integrale di un allestimento storicizzato in una sala del Bargello: è stato ripensato il percorso espositivo, migliorate le modalità di conservazione e valorizzazione delle opere e inseriti in collezione alcuni capolavori prima conservati nei depositi, come un prezioso Crocifisso barocco che torna in esposizione dopo quasi un secolo di assenza.

“Il riallestimento della Sala degli Avori, oggi riaperta al pubblico, è il primo di una serie di progetti programmati al Museo Nazionale del Bargello per la messa in sicurezza, valorizzazione e nuova fruizione delle magnifiche collezioni di arti decorative ancora troppo poco conosciute dal grande pubblico – spiega Paola D’Agostino, Direttore dei Musei del Bargello – Per questo motivo abbiamo deciso di presentare il nuovo riallestimento nel giorno di riapertura dei musei, dopo mesi di chiusura forzata ma di grandi lavori da parte del personale dei Musei del Bargello e di vari professionisti impegnati in cantieri su tutti e cinque i Musei. Crediamo, infatti, che i visitatori siano i veri “ospiti d’eccezione” e volevamo accoglierli, facendogli apprezzare in anteprima questi straordinari micro capolavori d’avorio, di culture diverse, unici al mondo e riallestiti con nuovi e suggestivi accostamenti, in sicurezza e sotto una nuova luce”.

La raccolta di oggetti in avorio posseduta dal Bargello copre un arco temporale di quindici secoli (da rari oggetti etruschi e romani fino a manufatti del XIX secolo) ed è tra le più prestigiose al mondo, sia in termini numerici, con circa 250 esemplari, sia per qualità, varietà e raffinatezza delle opere. La Sala si trova al primo piano ed espone una selezione di opere che rappresenta lo spirito stesso del museo, in un ambito delicatamente sotteso tra la storia dell’edificio e quella delle collezioni. Ci sono preziosissimi e antichi avori, come il Dittico con scene della vita di san Paolo e Adamo nel Paradiso terrestre e la placca con l’Imperatrice bizantina, databili tra il V e il VI secolo tra i più antichi. C’è il raro Flabellum carolingio dall’abbazia di Tournus, l’ Olifante della Saint Chapelle, donato al re di Francia nel 1274, la Madonna dei Granduchi, per citarne soltanto alcuni.

“Oggi si avvera un progetto cui si aspirava da lungo tempo, poiché le vetrine preesistenti, realizzate negli anni Ottanta del secolo scorso – spiega Ilaria Ciseri, Responsabile delle collezioni del Museo Nazionale del Bargello -, non garantivano più parametri espositivi adeguati alla delicatezza delle opere in avorio. Finalmente questi capolavori trovano condizioni microclimatiche ideali e si possono ammirare in tutta la loro bellezza straordinaria, valorizzati da un allestimento e da un’illuminazione che mettono in risalto dettagli finora inimmaginabili. E infine, un allestimento d’eccezione è quello di un capolavoro mai visto, il toccante Crocifisso barocco che torna in esposizione dopo quasi un secolo di assenza”.

La maggior parte degli oggetti che compongono la collezione di avori del Museo appartiene al poderoso lascito dell’antiquario lionese Louis Carrand che, alla sua morte, nel 1888, accrebbe il Bargello di quasi duemila e seicento opere tra sculture, gioielli, pitture, oreficerie, tessuti, smalti e non solo. Altri avori provengono invece da acquisti ottocenteschi e dalle antiche collezioni granducali fiorentine.

Domani 4 maggio anche il Museo Galileo torna ad accogliere i visitatori con visite guidate gratuite per gruppi di 10 persone. Gli speciali percorsi saranno condotti dagli operatori museali, che guideranno i visitatori alla scoperta delle straordinarie raccolte medicee e lorenesi, raccontando la storia delle collezioni e presentando esperimenti pratici sul vuoto e dimostrazioni di elettrostatica e fisica grazie a repliche degli strumenti scientifici originali. “Visto il successo della parziale riapertura dello scorso febbraio – dice Filippo Camerota, vice direttore e responsabile delle collezioni – riprendiamo il progetto di affidare alla cultura la ripresa delle attività sociali fortemente limitate dall’emergenza sanitaria, accompagnando i visitatori alla scoperta, o riscoperta, delle collezioni scientifiche granducali”. Prenotazione telefonica allo 055-265311 nei seguenti orari: lunedì-venerdì 9.00-17.00, sabato 9.00-13.00. Le visite verranno effettuate dal martedì al venerdì alle ore 11.00, 15.00 e 16.30, il sabato alle ore 10.00 e 11.30.

La Martinella di Firenze: La Martinella di Firenze è il primo giornale on line che richiama il senso e l’essenza della fiorentinità.