S. Spirito, i residenti attaccano: ‘Non siamo la discarica del Luna Park’

Scena di ordinario degrado a Santo Spirito

No ai bagni chimici in piazza, chiusura anticipata alle 24 dei locali che vendono alcol e divieto di vendita da asporto di alcol le richieste degli abitanti della piazza che meditano anche di lanciare una petizione a favore della cancellata sul sagrato della Basilica

Di bagni chimici non vogliono nemmeno sentire parlare perché, affermano, non risolvono il problema. Anzi lo ampliano, sia per via del cattivo odore che dell’inquinamento ambientale. E senza considerare e l’abuso in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico: di fronte o accanto a Basiliche monumentali e Palazzi vincolati dalle Belle Arti.

Sono sul piede di guerra i residenti di Santo Spirito dopo la riunione di ieri pomeriggio del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica tenutasi a Palazzo Medici Riccardi. Al termine del vertice, convocato dal prefetto Laura Lega, per dare una ulteriore risposta alla malamovida dilagante che continua a sollevare proteste sempre più accese degli abitanti nel centro storico, fra le altre cose è stato deciso di portare a 150 il numero degli agenti in strada di notte, maggiore illuminazione in Oltrarno e appunto la possibilità per il Comune di installare bagni chimici nelle zone della città più frequentate.

Ed è stata proprio quest’ultima eventualità a far andare su tutte le furie il comitato dei residenti che da mesi si batte per avere notti più tranquille nelle quali finalmente sia anche possibile dormire. “Non siamo – attacca Camilla Speranza, uno dei membri del comitato – la discarica del Luna Park creato dall’amministrazione in Santo Spirito. I bagni chimici aggravano lo scempio di fronte al mondo, con un cattivo odore da terzo mondo che infesta e ammorba: e di fatto autorizzano lo sballo perpetrato ai danni dei cittadini, dei monumenti e della proprietà privata e pubblica. Sono la provocazione ulteriore della amministrazione incapace, o meglio volutamente decisa a non volere eliminare la devastazione dei giovani e a non volere tutelare in alcun modo la incolumità dei residenti. Anziché togliere la causa, la si alimenta ancora di più, aggrappandosi sugli specchi e deturpando ancora di più la città,  già vituperata e tradita”.

Parole durissime quelle adoperate da coloro i quali hanno casa nella piazza che meditano anche di lanciare una petizione a favore della realizzazione di una cancellata che protegga il sagrato della Basilica di Santo Spirito dal degrado a cui è sottoposto ormai senza soluzione di continuità. “Il vertice – continua – si è risolto nella solita autocelebrazione delle istituzioni  e nella solita scandalosa sottomissione di Firenze agli esercenti”. I residenti chiedono la chiusura anticipata alle 24.00 dei locali venditori di alcol, il divieto della vendita da asporto di alcol in qualsiasi contenitore e la vigilanza sulla attuazione delle norme. “La vendita prolungata  di alcol fino alle due del mattino – conclude Speranza – è la causa di sosta e transito di migliaia di persone appiccicate a bere e a spacciare, del degrado, delle molestie ai passanti che tornano nelle proprie abitazioni, del rumore roboante, del vandalismo, dello spaccio di sostanze stupefacenti sotto gli occhi di tutti. Chiediamo forze dell’ordine che facciano rispettare agli esercenti e agli avventori le nuove ordinanze restrittive e non ulteriori agenti messi in piazza come deterrente, che deterrente non sono. Forse l’amministrazione arriverà a dotare le migliaia di avventori degli infiniti locali di Piazza Santo Spirito di un sacco come hanno i cavalli in Piazza Signoria?”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.