San Miniato, piazzale Michelangelo e Rampe sono Patrimonio dell’Umanità

Le Rampe del Poggi nella foto di Stefano casati

Insieme ai viali del Poggi e alla chiesa di S. Salvatore al Monte, al Giardino delle Rose e a quello dell’Iris. Nardella: “Giornata storica, abbiamo dimostrato lo straordinario valore di questa città”

Appena il tempo di terminare i festeggiamenti due giorni fa per Montecatini e la Toscana inanella un nuovo centro, portando così a nove il conto totale del suo personale carnet in fatto di cultura e conservazione del territorio. Da questo pomeriggio l’Abbazia di San Miniato, la Chiesa di San Salvatore al Monte, le Rampe e i viali realizzati dal Poggi per Firenze Capitale insieme al Piazzale Michelangelo, il Giardino delle rose e quello dell’Iris sono Patrimonio Mondiale dell’Umanità. L’estensione dell’area del centro storico è stato infatti oggi ratificata dall’Unesco, durante la 44esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale che si è svolta online direttamente da Fuzhou, in Cina.

La basilica di San Miniato

“Una giornata storica – dichiara il sindaco Dario Nardella che per primo, insieme a Padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte, aveva annunciato la volontà di chiedere l’inclusione di questa porzione di città all’interno del ‘cuore’ del patrimonio di rilevanza mondiale – perché abbiamo dimostrato lo straordinario valore di quest’area della città: San Miniato e tutta la zona della riva sinistra dell’Arno, la splendida veduta dal piazzale, i giardini, le rampe recentemente restaurate e riportate all’originaria bellezza, saranno da oggi annoverate tra le meraviglie del mondo al pari del centro storico cittadino. In tutto Firenze vanterà oltre 530 ettari di zone di inestimabile valore artistico, storico, ambientale. Grazie a quanti hanno creduto fin dall’inizio in questo esito e hanno lavorato senza sosta per arrivarci e in particolare a Carlo Francini, responsabile sito Unesco del Comune”.

Il risultato ottenuto è frutto di sette anni intensissimi di sforzi e lavori: dalla pedonalizzazione del Piazzale, al recupero delle rampe del Poggi e delle splendide fontane, al restauro delle scalinate di San Miniato per finire con gli interventi sul cimitero delle Porte Sante. “Un successo di tutti i fiorentini” come ha tenuto a ribadire il primo cittadino gigliato. I sei nuovi siti, che formano un “unicum”, vanno ad aggiungersi al centro storico di Firenze, dichiarato Patrimonio Mondiale Unesco dal 17 dicembre 1982. Nel 2019, in occasione del Millenario dell’Abbazia San Miniato al Monte, è ritornato all’attenzione il fatto che, al momento dell’iscrizione del sito nella Lista del Patrimonio Mondiale, il luogo sacro era stata citato esplicitamente quale bene che contribuisce all’eccezionale valore universale del sito, ma non incluso all’interno della perimetrazione del sito stesso. Così lo scorso nel gennaio 2020 è stata fatta la richiesta di estendere la “Core Zone” del Centro Storico di Firenze che si sviluppa per 505 ettari per preservare, tutelare, gestire e conservare in maniera adeguata e coerente anche l’Abbazia di San Miniato al Monte proponendo una estensione che includesse al suo interno il circuito delle mura cinquecentesche che univano le mura trecentesche di Arnolfo di Cambio con il Forte di San Miniato, per una superficie totale di 27 ettari.  

“La decisione di Unesco ci riempie di gioia: la nostra città allarga il sito patrimonio mondiale e diventa sempre più un gioiello di cultura, storia, arte a livello mondiale – aggiunge l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi -. La collina che guarda Firenze dalla riva sinistra – continua Sacchi – così carica di tesori inestimabili è stata riconosciuta estensione naturale del centro storico a valle che comprende la parte di città dentro i viali e le antiche mura. Condividiamo la nostra felicità anche con padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato a Monte, da sempre al nostro fianco in questa battaglia: oggi festeggiamo davvero una vittoria di tutti”.

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.