“Porta al Prato inferno di delinquenza e degrado”

L’amaro sfogo di una avvocatessa fiorentina aggredita e derubata del cellulare ieri nel tardo pomeriggio. E la Lega con Montelatici chiede una postazione fissa a difesa del territorio

Antonio Montelatici, a destra, con Emanuele Cocollini vice presidente del Consiglio Comunale

Da circa tre anni Porta al Prato è diventata un inferno di delinquenza e degrado. Chi , come me, ha cani, ha ormai paura a fare i soliti giri. Ho vicine che in questi giorni vivono tappate in casa e non per il virus, visto che hanno paura anche ad andare a buttare la spazzatura per paura di essere aggredite”. Comincia così la lettera aperta al sindaco Dario Nardella diffusa via Facebook da una avvocatessa fiorentina, Saveria Ricci, che ieri pomeriggio intorno alle 19.30 è stata aggredita all’altezza del distaccamento della Polizia Municipale da due giovani, probabilmente tossicodipendenti in cerca di soldi per procurarsi la dose da acquistare poi in piazza Vittorio Veneto, luogo abituale di pusher e spacciatori.

La donna è stata avvicinata dai due che con destrezza le hanno sottratto il cellulare che aveva riposto in tasca. Ma l’amarezza, sottolinea la donna, non è stata per il fatto in se stesso che pure si aspettava e l’ha fortemente spaventata. Quanto per la perdita di quel senso di libertà e sicurezza che era stato uno dei motivi per il quale ancora nel 1983 aveva deciso di trasferirsi a Firenze.

“Non avevo borsa –  prosegue la professionista ed elettrice del primo cittadino fiorentino – perché credo che mi avrebbero preso anche quella. Da stasera i miei timori aumenteranno certamente. Le scrivo per chiederLe di essere onesto e rispondere la verità. Di fronte a frotte di uomini che girano o sostano indisturbati per le loro attività criminali, può fare qualcosa Lei, il Prefetto o il Questore? Oppure, ancora, aspettate uno stupro o una violenza pesante prima di intervenire e dichiararvi contriti al fianco delle vittime? Mi risponda sincero, perché se la risposta è no, inizio a valutare se è ora di rifare le valigie alla ricerca di un luogo simile alla Firenze che fu, ove la mia libertà e sicurezza avevano un valore. La prego di non rispondermi che non ha i mezzi dal Governo, perché, se è così, è Suo compito almeno avvisare la popolazione e raccomandare a tutti di stare molto attenti. I virus passano ma quando città come la nostra vanno fuori controllo, non si torna indietro”.

E lo sfogo della professionista è stato raccolto dalla Lega Nord che chiede  una postazione fissa per piazza Vittorio Veneto, all’altezza del terminal per le linee extraurbane, diventata ormai da tempo luogo di spaccio a cielo aperto. “L’emergenza da Covid-19 – attacca il presidente della commissione controllo Antonio Montelatici – non può esimere il sindaco Nardella dall’assumere le proprie responsabilità di amministratore impegnato a garantire ordine e sicurezza in città. Inviare pattuglie di tanto in tanto non serve a nulla. Occorre, invece, una postazione fissa a tutela dei cittadini, un presidio di legalità a difesa del territorio. Tanto più che Piazza Vittorio Veneto è un importante snodo di mezzi pubblici che collega Firenze con le altre province, e di cui il Comune ha il dovere di garantire la tranquilla agibilità. Per non parlare dei tanti medici e infermieri che ogni giorno fruiscono del luogo per recarsi a Careggi. Questo ennesimo episodio è la conferma alla mia inascoltata richiesta. Restiamo in attesa di un immediato intervento dell’Amministrazione, sperando che essa non sottovaluti l’emergenza sicurezza”. 

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.