Stadio, spunta l’idea di abbattere Ridolfi e Padovani per un nuovo impianto

Lo stadio di atletica Luigi Ridolfi

Palazzo Vecchio costretto a precisare dopo l’indiscrezione che vorrebbe questa soluzione per tenere Commisso a Firenze. Nardella: “Lavorare alla tutela e ristrutturazione del Franchi, la casa della nostra squadra”

Le scale elicoidali del Franchi ridipinte di fresco

Parafrasando il famosissimo slogan in voga nel 1968 “La Fantasia al potere” si potrebbe commentare così l’uscita di stamattina delle pagine fiorentine del quotidiano La Repubblica secondo le quali Palazzo Vecchio starebbe studiando soluzioni alternative per accontentare il presidente della Fiorentina Rocco Commisso e mantenere così lo stadio a Firenze dopo le ripetute uscite degli ultimi giorni che vorrebbero la società Viola pronta ad accasarsi a Campi Bisenzio.

Soluzioni che, sempre secondo il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, contemplerebbero anche l’ipotesi di costruire un nuovo impianto a Campo di Marte. Dove? Nell’area compresa tra lo stadio Ridolfi, adesso utilizzato dall’atletica e un tempo campo d’allenamento per la Nazionale Militare di calcio, e il vecchio Padovani (dove giocano “I Medicei” di rugby e dove il manto erboso è quasi meglio di quello del Franchi), abbattendo le due strutture. Il Franchi, in questa eventualità, diventerebbe la casa della palla ovale, dell’atletica leggera e degli eventi musicali. Non solo, ci sarebbe anche la volontà di una riqualificazione complessiva dei 30 ettari del Campo di Marte tramite la costruzione di alberghi e negozi.

Il Franchi come potrebbe diventare con il progetto Giraldi

Alla Fiorentina sarebbe stato chiesto un parere e la risposta è stata chiara: servono certezze in termini di tempi e costi. Un’uscita che ha provocato un vero e proprio terremoto tanto che il sindaco Dario Nardella si è visto costretto a vergare una dichiarazione per tamponare il fiume in piena di reazioni scatenatesi:

“Come ho già detto – ribadisce Nardella – la priorità assoluta per me e per il Comune è quella di lavorare alla tutela e ristrutturazione dello stadio Franchi, l’unico stadio esistente, la casa della nostra squadra, con il sostegno decisivo e irrinunciabile della Soprintendenza, del Governo e del Parlamento. Inoltre è del tutto naturale continuare ad analizzare altre ipotesi, successive e alternative, di realizzazione di uno stadio nuovo nel comune di Firenze, così da offrire un quadro definitivo con più opzioni alla nuova proprietà, che poi deciderà liberamente, come auspicato dallo stesso Rocco Commisso, che aspetto di rivedere a Palazzo Vecchio con molto piacere. Il mio obiettivo è lavorare per il bene di Firenze e della Fiorentina, che sono due dei compiti per i quali sono stato rieletto sindaco appena un anno fa”.

Da tempo ormai questa piccola testata si batte per una riqualificazione (restauro) del Franchi alla luce anche dei diversi progetti fin qui illustrati che però non hanno mai trovato un riscontro deciso da parte dell’amministrazione a parte quello quanto meno discutibile, per usare un eufemismo, dello studio Archea di Marco Casamonti che prevedeva l’abbattimento di curve e scale elicoidali, fra l’altro proprio in questi giorni ridipinte e tirate a lucido. Uno su tutti quello realizzato dallo studio Giraldi (https://www.lamartinelladifirenze.it/stadio-un-giardino-pensile-sopra-le-curve-spazi-commerciali/) di cui abbiamo dato conto ancora nello scorso novembre.

La Soprintendenza non si è mai opposta a una riqualificazione del Franchi. Il suo dirigente, Andrea Pessina, l’ha chiarito fino alla noia. Con un procedimento di “addizione” (copertura dello stadio per intenderci) ma non “di sottrazione” (abbattimento) una strada la si potrebbe anche trovare. E potrebbe essere l’inizio di un nuovo cammino, sempre che a Commisso interessi davvero. Tutte le altre discussioni, le polemiche, le prese di posizione e anche i disegni di legge ad hoc lasciano il tempo che trovano e non portano a nulla. Forse solo all’addio della Fiorentina dalla sua casa naturale.  

Luciano Mazziotta: Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.