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Restyling dello stadio, occasione sprecata per il Franchi e la città

24 Ottobre 2019 // Alessandro Fiesoli

Nuovo stadio a Novoli oppure riqualificazione dell’Artemio Franchi, da sempre casa della Fiorentina per intere generazioni di tifosi? Sul tema che sta appassionando e dividendo la città pubblichiamo l’intervento di Alessandro Fiesoli, uno dei promotori del Comitato pro-Franchi, e firma sportiva storica de La Nazione

Alessandro Fiesoli

I FRANCHI TIRATORI. E così stamani, in rapida successione, il Soprintendente e il sindaco hanno confermato che un restilyng del Franchi, secondo il progetto presentato da Commisso a inizio settembre, non è possibile. Le curve non possono essere abbattute, in sostanza, come aveva chiesto Commisso. E il Comitato Franchi, di cui faccio parte, con lui. Ci sono i vincoli, c’è la tutela architettonica, il Franchi è un monumento, ripetono, e tale deve restare.

Nessuna sorpresa. Solo la certezza, per come la vedo, di una grande occasione sprecata, per il Franchi e la città, e per lo stesso Commisso. Per un nuovo futuro negato al Franchi, e non per un fatto romantico, sarebbe molto limitativo, anche se al Franchi ho fatto perfino il raccattapalle e la Fiorentina per lavoro, non solo per passione, l’ho seguita per oltre trent’anni. Il presidente Viola l’avrebbe voluto e l’ha chiesto, il restilyng, non certo per danneggiare se stesso e i tifosi. O no? E mi resta la sensazione, chissà perché, che Commisso sia stato mandato di fatto allo sbaraglio contro la soprintendenza (perché non è stato fermato prima, allora, perché gli e’ stato fatto perdere tempo?) e non tutto sia stato fatto per sostenere un confronto più deciso con il Soprintendente e con il ministro.

Un vincolo così immutabile ormai appare assurdo, anacronistico, superato da esigenze sportive (la Fiorentina) e sociali, molto pericoloso per un futuro ad altissimo rischio degrado per un Franchi, quando succederà, senza Fiorentina. E che il Comune si sia deciso solo a giochi fatti, e con oltre trent’anni di ritardo, a chiedere un decreto ministeriale (mai esistito) che puntualizzi il sistema di vincoli del Franchi, lascia interdetti.

Era così impossibile chiederlo prima, allora, il decreto, se non altro per farlo sapere per tempo a Commisso, oltre che ai fiorentini? E così ora tutti pancia a terra verso Novoli, con tanto di task force come nei casi di emergenza. E lo dico non da oppositore politico di questa giunta, inutile nascondersi, ma da libero cittadino, molto perplesso dalla vicenda. Con casi strepitosi, devo dire, di folgorazioni sulla via di Campi il lunedì e su quella della Mercafir il martedì. C’è stato un tempo in cui i mezzi di informazione influenzavano e indirizzavano l’opinione pubblica, ora mi sa che la situazione si è rovesciata.

Restano attive le libere e legittime iniziative dei cittadini del quartiere due e del comitato pro Franchi. E stamani (ieri, 23 ottobre per chi legge ndr), quando ho sentito Nardella a Lady Radio cercare di rassicurare sul futuro del Franchi, mi sarebbe piaciuto fargli alcune domande che non gli sono state poste. Il sindaco ha riparlato per il futuro Franchi senza Fiorentina di un utilizzo legato all’atletica e al rugby. Ma come crederci, , con tutto il rispetto? La vecchia pista di atletica, rimossa per Italia ‘90, era a sei corsie, e per rifarne una nuova a nove corsie delle due l’una: o viene rimpicciolito il campo da calcio, e allora addio in un colpo solo alla storia e al futuro dell’impianto, e quindi non si può, o vengono “limate” di un bel po’ maratona e tribuna.

E allora: il 30 per cento dello stadio rappresentato dalle curve non può essere abbattuto, ma il 10 o 20 per cento si? E chi paga, piccolo dettaglio? Un financial project, ha detto il sindaco. Chissà dove e quando l’ho già sentito dire, sempre a proposito di stadio a Firenze, per poi restare lettera morta. E il rugby: i Medicei, e meno male che ci sono, fanno in media 800 spettatori, ce li vedete a giocare in un Franchi deserto? E la nazionale di rugby è venuta qui due volte in quattro anni per due test match, ma per il sei nazioni va all’Olimpico, tutto coperto, degno dell’evento.

Con un altro progetto, ha continuato il sindaco, il Franchi può comunque essere coperto. A favore di chi, a quel punto? Dei piccioni? E al Ridolfi, poi? Ringrazio i miei 25 lettori se hanno avuto la pazienza di seguirmi, ne dubito, ma mi sa che sarebbe stato meglio, in generale, anche se qualcuno ci prova, impegnarsi un po’ di più per un necessario, moderno adeguato, come del prevedeva il progetto di Commisso, restyling del Franchi. Vorrò bene alla Fiorentina, come tutti i fiorentini, ma c’è anche una città di mezzo.

Argomenti:Alessandro Fiesoli, Artemio Franchi, nuovo stadio, restyling, riqualificazione, stadio

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Info Alessandro Fiesoli

Alessandro Fiesoli è nato a Firenze 62 anni fa. Un passato agonistico nella pallavolo fra le fila della mitica Ruini, è una firma storica ed ex inviato de La Nazione per la quale ha seguito la Fiorentina e innumerevoli eventi sportivi in Italia e all'estero

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