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La Martinella di Firenze

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Amare significa accettare le piccole nevrosi dell’altro

2 Aprile 2020 // La Martinella di Firenze

Piccolo vademecum per la sopravvivenza della coppia messa a dura prova da questi giorni di quarantena a causa della pandemia da Coronavirus

Mettiamoci l’anima in pace: la quarantena sarà ancora piuttosto lunga. Almeno fino al 13 aprile e poi… poi se diamo credito alle dichiarazioni di ieri sera del Premier Giuseppe Conte in diretta Facebook probabilmente ci sarà da aspettare ancora. “Se allentassimo adesso – ha detto –, gli sforzi fatti sarebbero vani”. Dopo il 13 aprile se le condizioni lo consentiranno forse potrà iniziare la fase di “convivenza col virus” con qualche allentamento. Dunque bisognerà rimanere a casa ancora un po’. Pier Paolo Giusti, 41 anni, psicologo e psicoterapeuta a indirizzo analitico interpersonale, con questo intervento ci regala un piccolo vademecum di sopravvivenza per la coppia in queste giornate di clausura forzata

Lo psicologo Pier Paolo Giusti

L’uomo è un animale sociale, cari lettori, ma… se la socialità gliela imponesimo? Per legge, magari, e solo con alcune persone. Fatto. Si chiama Dpcm 22 marzo 2020.

Il web è ormai saturo di battute e freddure sugli effetti della convivenza forzata, la quarantena e il nostro nuovo modo di vivere. Dal “#prendetemiomarito” a #nonandràtuttobenehofinitoilvino che campeggiano sulle bandiere arcobaleno, al posto di #andràtuttobene. Battute di spirito, ma fino a un certo punto. Cosa succede se una coppia con una vita “normale” si ritrova a dover convivere h24 per giorni interi, senza poter più contare su tutto ciò che fino a quel momento portava via tante ore al giorno? Il lavoro, gli amici, la palestra. Via tutto, si sta in casa.

Succede che gli schemi relazionali si rivoluzionano. Iniziamo a vedere il nostro partner, amante o coniuge, con occhi diversi, perché abbiamo a disposizione 24 ore al giorno tutto quello che a volte ci faceva sbattere la porta di casa e urlare improperi mentre scendevamo le scale. Ma ora la porta deve stare chiusa, perché nel modulo di autocertificazione non c’è la voce “Ho litigato in casa”. Alla Polizia non importa dei tuoi litigi, ti fa il verbale.

E ora che si fa? L’aggressività è dietro l’angolo, l’insofferenza pure. Intanto prendiamo atto di una cosa. In Cina pare che ci sia stato un boom di divorzi dopo le ordinanze restrittive degli scorsi mesi. Sarà così anche da noi? Chissà, ma una cosa pare certa. Il trend della Cina pare fosse già in movimento e comunque vada da noi, non daremo la colpa alla quarantena, vero? Prendiamoci delle responsabilità, o dei compiti, che ne dite? Pronti?

 1. Programmi condivisi. Iniziamo a guardare al futuro, quando tutto questo sarà finito. A Volte basta un “Amore dove andremo in vacanza?” per stemperare una giornata di tensione. Parlate di progetti, ma che non restino fuffa. Iniziate a “disegnarli”!

2. Datevi delle regole di ascolto. Qui subentra un fattore che chiamerei umiltà. Voi non avete sempre ragione, e neanche l’altro. Se una persona ha scelto di vivere con voi è perché ci sono diverse parti di voi che le piacciono, ma ricordatevi anche il contrario!

3. Spazi di solitudine. Regalate ed esigete spazi in cui rimanere soli, coltivando magari un hobby. La regola però è di approfittarne, senza sprecare il tempo a guardare un muro bianco. Una cosa è l’ozio, un’altra è la pigrizia.

4. Sacrificio. Ci viene chiesto, signore e signori, a tutti. Non solo dai nostri connazionali, ma in via implicita anche dai nostri familiari. Apriamoci all’ascolto, condividiamo regole, affrontiamo la vita per trovare nuovi vertici per riscoprire lo stare insieme, occupiamoci con l’altra/o delle piccole cose quotidiane, come tenere in ordine la casa o verniciare a nuovo le fioriere. Se la sera si arriva a letto stanchi, si dorme meglio e il giorno dopo siamo più soddisfatti. In sintesi, il tempo è passato meglio, ci pensiamo efficaci, sentiamo che il mondo non è stato crudele e quelle cose lì. Funziona, fidatevi.

Beh, la pianto qua. Vada come vada, se una relazione è sfilacciata come una vecchia corda, può essere che la quarantena aiuti a scrivere la parola fine, ma non lo darei per scontato. Conosco coppie che sono rinate da questo.

Volete la mia definizione personale di Amore? Amare è accettare il dolore dell’altro e nutrirsi della sua gioia (per dolore intendo le piccole storture, le piccole nevrosi e imperfezioni).

Ne volete un’altra? L’amore è il passo più vicino alla psicosi (se non m’inganno l’ha detto Freud).

Buona quarantena!

Pier Paolo Giusti

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