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Biblioteche, deciso lo stato di agitazione

4 Dicembre 2021 // La Martinella di Firenze

L'assemblea si è svolta alla biblioteca delle Oblate

I tagli al nuovo appalto non sono piaciuti ai lavoratori e non sono bastate le rassicurazioni dell’assessore al bilancio Federico Gianassi. “Il percorso di reinternalizzazione deve necessariamente passare da chi ha garantito in questi anni la crescita e il miglioramento dei servizi”

di STEFANIA VALBONESI

Biblioteche, i tagli al nuovo appalto non sono piaciuti  ai lavoratori. Si è tenuta stamani, venerdì 3 dicembre, l’assemblea plenaria delle lavoratrici e dei lavoratori delle Biblioteche e dell’Archivio Storico del Comune di Firenze. Si è svolta, con grande partecipazione, presso la sala Conferenze della Biblioteca delle Oblate, fiore all’occhiello della Cultura cittadina, ma anche simbolo di precariato da ben quindici anni.

Nel corso dell’assemblea sono stati affrontati i nodi e le contraddizioni dell’ormai annosa questione, in particolare gli sviluppi che questa vicenda ha avuto negli ultimi giorni. Le dichiarazioni dell’assessore Gianassi sul mantenimento degli investimenti per il comparto Cultura non sono bastate a rassicurare i lavoratori, che invece hanno espresso profonda preoccupazione per la scelta  del  Comune di Firenze di tagliare ancora sul prossimo bando di gara per biblioteche e archivi, stavolta di ben due milioni per la durata quadriennale del prossimo appalto, rispetto a quanto deciso solo qualche mese fa. “Questo taglio viene giustificato – si legge nella nota – con la scelta di procedere a nuove assunzioni di personale amministrativo, assunzioni che non saranno sufficienti nemmeno a coprire il turnover del personale andato in pensione negli ultimi anni e non saranno utilizzate per la copertura dei servizi attualmente affidati al personale in appalto”.

“La contraddizione è evidente – continuano i lavoratori – si tagliano i professionisti che da quindici anni hanno incrementato e migliorato il servizio, per reperire risorse che serviranno a compensare le assunzioni di personale amministrativo, pur necessario all’interno delle biblioteche, ma che dovrebbero invece essere finanziate con risorse aggiuntive”. Il punto, dicono i lavoratori, è che tutto questo viene contrabbandato come una reinternalizzazione del servizio. I lavoratori intervenuti hanno espresso forte preoccupazione per le ricadute che avranno questi tagli, sia a livello occupazionale che sulla qualità del servizio. Hanno ribadito che questa non è una  reinternalizzazione del servizio: “Dopo anni di precariato e di risparmi sulla pelle dei lavoratori il percorso di reinternalizzazione deve necessariamente passare da chi ha garantito in questi anni la crescita e il miglioramento dei servizi bibliotecari e archivistici, tutelando la loro tenuta occupazionale e salariale, sia nel prossimo bando di gara che nelle procedure concorsuali”.

È tanta la preoccupazione tra i dipendenti ATI. “Ad ogni cambio d’appalto assistono sempre a un peggioramento delle loro condizioni economiche e lavorative, ma è tanta anche la voglia di difendere i posti di lavoro”, dicono i sindacati.

L’assemblea, all’unanimità e con sole 4 astensioni, ha votato dando mandato alle Organizzazioni Sindacali per la proclamazione dello stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori delle Biblioteche e dell’Archivio Storico del Comune di Firenze. Sempre a larghissima maggioranza, l’assemblea si è espressa per attivare tutte le possibili forme di lotta, di informazione e di sensibilizzazione della cittadinanza e dell’utenza, in continuità con quanto fatto nel recente passato contro le decisioni dell’amministrazione di lasciare i lavoratori in cassa integrazione durante l’emergenza Covid. I Biblioprecari ringraziano le organizzazioni sindacali CGIL, USB, UIL, COBAS che hanno raccolto la forte esigenza dei lavoratori di ritrovarsi in assemblea e ritengono che “questo  percorso unitario di lotta e mobilitazione debba continuare nei prossimi mesi con il massimo coinvolgimento di tutti i lavoratori”.

Argomenti:assemblea, biblioteche, precari, stato di agitazione

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