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Da stasera S. Spirito a numero chiuso

9 Ottobre 2020 // Luciano Mazziotta

Scene come questa a breve potrebbero essere solo un ricordo per Santo Spirito

Ma monta la rabbia dei residenti per un ordinanza che, dicono, non servirà a nulla. “Il Comune si è rimangiato le linee guida e per il sagrato non è stato preso alcun tipo di provvedimento”

Servirà a qualcosa la nuova ordinanza anti mala movida firmata ieri dal sindaco Dario Nardella e in vigore da stasera in piazza Santo Spirito? Massimo mille persone, quattro varchi di ingresso controllati da steward coadiuvati dalle forze dell’ordine, obbligo di mascherina da portare sempre, liste delle prenotazioni  effettuate dai locali da consegnare agli ingressi (https://www.lamartinelladifirenze.it/transenne-e-accessi-controllati-s-spirito-per-mille-persone/)?

La risposta i residenti ce l’hanno già pronta. No, non servirà a nulla. Anche perché fuori dal provvedimento è rimasto uno dei punti cardine sui quali il comitato che da mesi si batte strenuamente contro le notti superalcoliche, schiamazzanti e di degrado in uno dei siti più affascinanti della città, aveva fortemente ribattuto al primo cittadino fiorentino durante l’incontro della scorsa settimana in sala d’Arme a Palazzo Vecchio per cercare insieme a commercianti e gestori dei locali di trovare finalmente una soluzione a un situazione ormai sempre più fuori controllo.

Da quell’incontro era scaturito l’impegno del sindaco riassunto in quattro step. Ma da essi ne è rimasto fuori uno: il sagrato della Basilica di Santo Spirito per il quale sembra non sia possibile trovare un’alternativa per preservarne dignità e decoro. A parte immaginare improbabili interventi di valorizzazione del contesto urbano e delle condizioni di fruibilità in sicurezza della piazza con “attività culturali idonee ad orientare i cittadini, soprattutto quelli più giovani, verso una diversa e più sostenibile fruizione dello spazio pubblico”: come se bastasse organizzare concerti musicali, serate di lettura o happening vari per mutare facilmente il corso delle cose. Oppure l’individuazione di un concorso di idee per la modalità di gestione del sagrato. Espressione che non spiega poi molto: in questo concorso potrebbe essere compresa anche la famosa cancellata più volte invocata non solo dagli abitanti della piazza ma anche da padre Giuseppe Pagano priore degli Agostiniani che hanno in cura la Basilica?

“Questa ordinanza – attacca Camilla Speranza del comitato di residenti di Santo Spirito – rappresenta un nulla di fatto. Nardella si è rimangiato le quattro linee guida a parte la misura del contingentamento. Durante l’incontro aveva aperto alla possibilità di interdire il sagrato e la scalinate laterali che vengono usate ormai senza soluzione di continuità per spacciare o espletare i propri bisogni a cielo aperto. Dove è finita questa parte? Qui non non ne possiamo davvero più: ci sono ubriachi ovunque, persone che suonano ai campanelli, gente che danneggia le macchine parcheggiate dei residenti”.

Aggiunge Jacopo Martini, portavoce del comitato: “A Santo Spirito prima dell’emergenza sanitaria c’è un problema di ordine pubblico, un gravissimo problema sociale. E non si comprende il motivo per cui Comune e Governo non l’abbiano preso in degna considerazione. Un’altra volta sono state violate le libertà fondamentali dei residenti in nome di una emergenza sanitaria che sembra precipitare solo adesso per colpa di giovani incoscienti ai quali è stato permesso per tutta l’estate di sbronzarsi, orinare ovunque, danneggiare manufatti e monumenti”. Tra poche ore la prova del fuoco, vedremo come si comporterà la nuova ordinanza, ma soprattutto come si comporteranno coloro dovranno farla rispettare.

Argomenti:degrado, numero chiuso, ordinanza, Santo Spirito

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Info Luciano Mazziotta

Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.

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