Verrebbe da domandarsi quale mano abbia potuto “armare” il Corriere Fiorentino nel dossier dedicato al Campo di Marte uscito oggi, giovedì 31 ottobre.
Nella seconda e terza pagina del dorso di cronaca cittadina del quotidiano di via Solferino il quartiere, in occasione delle partite casalinghe della Fiorentina, è descritto come un luogo sotto assedio in cui regnano degrado, confusione, maleducazione, assenza più completa di ogni forma di educazione civica, teppismo.
Il tutto documentato con evidente enfasi da fotografie a sostegno che ritraggono macchine imbottigliate dai motorini, motorini che si spostano in contromano, cartacce e rifiuti in ogni dove, perfino un cassonetto (si dice nella didascalia) dato alle fiamme. Facile costruire un dossier di questo tipo: basta prendere un incontro un po’ caldo (Fiorentina-Lazio tanto per dirne una…), mandare in giro un paio di cronisti a dimostrare per forza una tesi preconcetta sentendo il parere di due o tre persone che vorrebbero lo spostamento dello stadio da un’altra parte (per esempio alla Mercafir, ma guarda un po’…) e il gioco è fatto. Se poi si ironizza anche sui commercianti che raccolgono le firme per il restyling del Franchi (“salvare il Franchi e i loro incassi…”) allora la torta riesce proprio bene, con annessa ciliegina sopra che non manca e non guasta mai.
Peccato però che le cose non stiano sempre così. Chi scrive, accanto al Franchi e all’ingresso della mitica Curva Fiesole ci è tornato a vivere dopo 30 anni di giornalismo in Lombardia e ancora si stupisce del clima che si respira in occasione della maggior parte delle partite: quelle per intenderci che si disputano alle 12.30 o alle 15 della domenica. Famigliole contente in giro per i giardinetti dedicati a Niccolò Galli, genitori che recuperano i propri pargoli dopo le interminabili sfide nei campetti in sintetico dell’Olimpia calcio, gruppetti che improvvisano picnic nei tavolini, e anche gemellaggi con le tifoserie avversarie come nel caso del Torino quando vennero allestiti veri e propri buffet all’aperto da condividere con i supporter granata.
Certo c’è anche l’altro aspetto: quello di chi non è tanto abituato a rispettare le regole, vale soprattutto per i parcheggi diciamo così un po’ “fantasiosi” per i quali forse basterebbe una presenza un po’ più “ruvida” della Municipale ma nel complesso è una situazione che si ripete per due volte al mese e va avanti in sostanza da quando eravamo tutti un po’ più giovani.
Togliere la Fiorentina al Franchi significherebbe condannare a morte un quartiere, soprattutto dal punto di vista delle attività economiche che proprio dalla presenza dei Viola traggono buona ragione della loro stessa esistenza. Togliere la Fiorentina al Franchi vorrebbe dire rimanere con una “cattedrale nel deserto” dal futuro più che incerto. Stupisce che al Corriere Fiorentino, di solito molto attento sulle vicende cittadine, questo aspetto nella redazione del dossier non sia stato appieno valutato. Per lasciare più spazio al sensazionalismo a tutti i costi.