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“Olocausto come vaccino” e a Palazzo Vecchio è bufera su Asciuti

28 Luglio 2021 // Luciano Mazziotta

Il consigliere Andrea Asciuti

L’esponente della Lega Salvini, che si è subito dissociata dall’esternazione, ha anche citato Primo Levi per giustificare il suo no alla vaccinazione. Indignate le reazioni degli altri gruppi politici. L’assessore Funaro: “Dichiarazioni gravissime”

E’ bufera a Palazzo Vecchio dopo le dichiarazioni del consigliere comunale leghista Lega Andrea Asciuti che ha paragonato, in una nota, “l’Olocausto al vaccino”. Asciuti ha anche riportato passi di un testo dello scrittore Primo Levi, sopravvissuto ad Auschwitz, affermando che “vengono i brividi perché è proprio quello che sta accadendo, quello che si sta ripetendo” in relazione ai vaccini. Il consigliere ha poi ribadito il «no al vaccino», annunciando di non volersi vaccinare.

Ma l’esponente di minoranza, incurante del putiferio di reazioni suscitate, è andato anche oltre aggiungendo che l’opinione espressa è “largamente condivisa anche all’interno della Lega. Basta leggere le dichiarazioni pubbliche di Pillon, Siri, Borghi e Bagnai che hanno anche promosso e sostenuto molte delle manifestazioni anti green-pass di questi giorni. La politica è una cosa seria, si risponda nel merito e soprattutto con onestà intellettuale” e aprendo di fatto una frattura tra lui e tutto il gruppo consiliare del Carroccio che potrebbe portare nei prossimi giorni anche a novità clamorose come per esempio un approdo dello stesso Asciuti al Gruppo Misto che ha già un suo esponente tra i banchi del Consiglio in Ubaldo Bocci. “Sono rispettoso delle scelte degli altri – ha continuato Asciuti – e vorrei domandare altrettanto rispetto per la mia scelta. Mi oppongo in primo luogo perché lo Stato non è padrone del mio corpo e quindi non può trattarmi come una cavia per un vaccino, che in realtà è una terapia genica sperimentale. Mi oppongo perché il vaccino non interrompe l’infezione, io potrei comunque ammalarmi e potrei comunque infettare gli altri. La mia posizione non può essere liquidata con l’etichetta sbrigativa no vax”.

Durissime le reazioni dei vari raggruppamenti a cominciare proprio dalla Lega Salvini che con il suo capogruppo Federico Bussolin prende le distanze su “impropri e offensivi parallelismi tra la vaccinazione e l’Olocausto”. E per chiarire ancora di più il concetto aggiunge: “Asciuti parla a titolo strettamente personale”. Per la capogruppo della lista Nardella, Mimma Dardano, sono dichiarazioni “gravissime e inaccettabili”. Mentre Antonella Bundu e Dmitrij Palagi (SPC) sottolineano che “Nessuno dovrebbe permettersi di paragonare la barbarie dell’olocausto a qualsiasi altra cosa: non c’è banalizzazione possibile. L’orrore umano non appartiene solo al nazismo, ma i paragoni tra situazioni diverse sono un’attestazione di incapacità ad argomentare”. Nicola Armentano, capogruppo Pd, liquida la vicenda con poche battute di gelo: “Un’offesa alla nostra storia e alla memoria il riferimento a Auschwitz. Una presa di posizione sui vaccini che è vergognosa”.

Infine l’assessore a educazione e welfare Sara Funaro: “Le dichiarazioni di Asciuti sono gravissime. Abbiamo già condannato la strumentalizzazione della Shoah nelle piazze dei giorni scorsi e condanniamo oggi l’utilizzo bieco e strumentale delle parole di Primo Levi. È l’ora di finirla di tirare in ballo una delle pagine più buie della nostra storia e la memoria dei nostri anziani per giustificare atti individuali egoistici che non tutelano la salute della collettività. Non è la prima volta che Asciuti tenta di effettuare revisionismo storico. Accadde anche per il giorno della Memoria di un anno fa con dichiarazioni gravissime. Accade oggi strumentalizzando chi le persecuzioni razziali e i campi di sterminio li ha vissuti sulla sua pelle. Queste derive pericolose vanno fermate subito e mi preoccupa ancora di più dal momento che Asciuti svolge il ruolo di insegnante”.

Argomenti:Andrea Asciuti, green pass, olocausto, vaccini

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Info Luciano Mazziotta

Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.

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