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Piazza della Vittoria, quei 13 pini ancora in bilico

17 Giugno 2020 // Luciano Mazziotta

I pini tagliati lo scorso febbraio in Piazza della Vittoria

Perplessità e delusione sulla sorte delle piante rimaste in piedi per l’Associazione di cittadini che si batte per la loro sopravvivenza dopo l’incontro con l’agronomo del Comune. “Le opere strutturali finirebbero per provocare gravi sofferenze alle radici”

Piazza della Vittoria dopo il taglio dei pini

Molta perplessità e delusione sotto il cielo di Piazza della Vittoria dopo l’ultimo incontro fra l’Associazione che difende strenuamente i 13 pini sopravvissuti all’abbattimento dello scorso febbraio e l’agronomo del Comune incaricato di fare il punto della situazione: incontro al quale ha partecipato anche la consigliera comunale di Sinistra Progetto Comune Antonella Bundu.

Deanna Sardi, vicepresidente e portavoce dell’Associazione Piazza della Vittoria

Deanna Sardi, portavoce e vicepresidente dell’organizzazione, non fatica ad esternare tutti i dubbi e le incertezze, in qualche modo addirittura amplificati, sia sulla sorte dei pini rimasti che su quella dei nuovi impianti. Durante il colloquio è stato ribadito che il comune ha previsto di dividere il cantiere in due fasi per cui i 13 pini rimasti verrebbero eliminati solo in un secondo tempo a data da definire. Ma questa eventualità non convince il Comitato di cittadini. “Questa divisione – spiega Sardi – non corrisponde del tutto alla realtà, perché le opere  strutturali e i sottoservizi verranno eseguiti  tutti subito. Inoltre bisogna considerare che  i 13 pini si trovano nella parte  più nevralgica  del cantiere”.

Come potrebbe essere Piazza della Vittoria nel rendering del progetto

Insomma secondo l’organizzazione ambientalista, la realizzazione immediata di wc e gazebo,  pavimentazione,  opere interrate come pozzo, spurghi di acque scure, sistema diffuso di irrigazione “entrerebbe in  stretto contatto con le radici  e con le parti vitali dei pini, che  finirebbero per riportare gravi sofferenze tali da indurre a sospettare che forse una seconda fase non ci sarà neppure”.

Nessuna risposta poi è arrivata dal sindaco Dario Nardella e dall’assessore all’ambiente Cecilia Del Re alla richiesta di variante al progetto inviata il 6 maggio scorso.

“Variante – prosegue Sardi – con la quale sarebbe ancora possibile prevedere una reale divisione del cantiere in due fasi, per cui solo nella seconda verrebbero realizzate le invasive opere strutturali, e intervenire vicino ai pini il meno possibile lasciando sulle basi attuali i chioschi dell’edicola e del fioraio e realizzando gabinetto e gazebo  negli spazi  liberi, a distanza di sicurezza dalle piante. Sia nell’una che nell’altra soluzione la zona di  cantiere risulterebbe  ridotta e  separata  da quella dove per ora  non si interviene evitando che durante i lavori vengano danneggiati colletto e  tronco delle piante. Per non parlare delle protesi artificiali con le quali stabilizzare i pini danneggiati dalla pervasività del cantiere: paradossali perché se ciò si rendesse necessario si eviterebbe  per qualche tempo il rischio di caduta della pianta, ma non potrebbero mai sostituire le funzioni vitali che verrebbero a mancare: a dimostrazione che per l’amministrazione  il progetto originario, ostinatamente mantenuto,  è più importante della tutela  degli alberi e della salute fisica e psichica dei  cittadini”.

Secca la conclusione dell’Associazione Piazza della Vittoria: “In mancanza di questa porzione di pineta rimasta fuori dal cantiere ci domandiamo dove potranno  rifugiarsi gli anziani della zona che non sono in grado di  andare in vacanza e non hanno altro luogo di socializzazione  durante le estati che si prospettano sempre più torride. Forse sarà il Comune che  per i prossimi anni si farà carico di  trasportarli al Giardino dell’Orticoltura o ad altri parchi limitrofi?”.

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Argomenti:Associazione Piazza della Vittoria, Deanna Sardi, Piazza della Vittoria, pini, taglio

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Info Luciano Mazziotta

Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.

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