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Sostenibile, sociale, etico. Così cambia il delivery a Firenze

9 Aprile 2022 // La Martinella di Firenze

Il protocollo d’intesa firmato da Comune, Camera di Commercio, sindacati e associazioni di categoria. Albanese: “Passo in avanti decisivo nelle consegne a domicilio”

Il delivery a Firenze cambia volto e le consegne a domicilio dovranno essere nel segno della legalità, della sostenibilità ambientale e sociale ma soprattutto “etiche”. E’ lo scopo del protocollo d’intesa promosso dall’assessorato al lavoro del Comune di Firenze e sottoscritto stamani dal Comune di Firenze, Camera di Commercio, i sindacati Cgil, Cisl e Uil, Legacoop Toscana e le associazioni di categoria Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Cna. Grazie a questo patto tutti i protagonisti del settore consegne a domicilio (imprese e lavoratori) puntano alla legalità, a migliorare la sicurezza dei riders e ad usare mezzi ecologici per le consegne.

“Abbiamo lavorato a lungo per questo protocollo importantissimo perché segna un passo avanti decisivo nelle consegne a domicilio. Per la prima volta si sono messe intorno ad un tavolo le realtà datoriali, ovvero negozi o attività che devono organizzare e fare le consegne, con le realtà sociali, ovvero coloro che lavorando devono materialmente fare le consegne per fare un patto sulla legalità del lavoro e la sostenibilità sociale e ambientale” ha detto l’assessore al lavoro Benedetta Albanese, che ha promosso il protocollo, “Con questa firma si condividono i principi etici che da un lato tutelano il lavoro e dall’altro possono consentire lo sviluppo delle nostre piccole e medie imprese sul territorio. Sigliamo oggi un patto molto importante, base solida per un sistema di consegne a domicilio che sia etico. La sfida è superare un modello che vede grandi player internazionali fare ampi margini di profitti a discapito dell’esercente locale e a discapito del guadagno dei rider e della loro sicurezza”.

Garantire al consumatore la trasparenza della filiera e le informazioni su chi ha preso in carico la consegna è uno degli aspetti dell’intesa. Le società o cooperative di delivery devono avere alcuni requisiti minimi fra cui coperture assicurative, previdenziali, normative e salariali previste dalla legge e dai vari contratti nazionali di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni sindacali che contengano la figura del rider. Si punta su un corrispettivo orario e algoritmi trasparenti e si vieta l’uso di ranking reputazionale e classifica dei fattorini in base ai giudizi dei clienti o ai tempi di esecuzione della prestazione; le occasioni di lavoro devono essere ripartite con una modalità equa e trasparente. Divieto poi di discriminazione e riconoscimento dei diritti sindacali. Nel patto grande rilievo ha anche il rispetto delle norme di sicurezza e salute previste dalla normativa nazionale e regionale, oltre all’utilizzo di mezzi ecologici per le consegne (biciclette, ebike, motorini elettrici, cargo bike) da incentivare nell’ottica di arrivare nel medio periodo ad un modello di delivery ambientalmente sostenibile. Soddisfazione è stata espressa dall’organizzazioni sindacali e di categoria. Per

Per Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di commercio di Firenze, “E’ importante che la consegna a domicilio, diventata protagonista durante la pandemia, assuma connotati strutturalmente sempre più etici e socialmente equi. La firma del patto sul è importante perché consente di dare una base per garantire più dignità a questa tipologia di lavoro, contribuendo a contrastare fenomeni di illegalità e di sfruttamento”. Mentre per Aldo Cursano, presidente Confcommercio Toscana: “Era quindi giusto provare a mettere ordine nel settore anche a livello locale, in attesa di normative nazionali e comunitarie che lo inquadrino meglio”. Apprezzamento è stato espresso anche da Santino Cannamela presidente Confesercenti Città di Firenze e Luca Tonini, presidente CNA Città di Firenze: “Apprezziamo lo sforzo profuso dall’assessora Albanese volto a sensibilizzare gli operatori economici e la cittadinanza su di una materia che riguarda ormai un segmento consistente del mercato. Il protocollo firmato dalle associazioni e dai sindacati non si ferma solamente a un aspetto simbolico e contiene tutti gli elementi per poter rendere operativo un nuovo modello locale di delivery market più equo e sostenibile”.

Argomenti:accordo, consegna a domicilio, delivery, intesa, sottoscrizione

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