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La Martinella di Firenze

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Quell’autostrada bloccata in nome del diritto a lavorare

20 Aprile 2021 // La Martinella di Firenze

Il leader di TNI Horeca Pasquale Naccari ha scritto una lettera aperta ai cittadini dopo la clamorosa manifestazione di ieri contro le nuove regole per le riaperture dei ristoranti che ha visto il blocco dell’autostrada A1 in direzione Roma per cinque ore con forti ripercussioni sul traffico e anche alcuni momenti di tensione con gli automobilisti. La riproduciamo per intero

di PASQUALE NACCARI

Pasquale Naccari

Mi volevo scusare ancora per il disagio creato ieri a tutte le persone che stavano andando a lavorare e che sono state ferme in autostrada durante la nostra manifestazione pacifica durata cinque ore. Noi ristoratori siamo fermi da 6.480 ore. Voi tutti siete tornati alla vostra vita normale, dove il lavoro è un diritto, e di certo non per decreto. Voi lavorate, continuate giustamente a percepire uno stipendio e, sopratutto, in questa crisi non ci rimettete nulla di tasca vostra. Sì, di tasca. Perché noi, non potendo lavorare, non solo non possiamo dare una stabilità alle nostre famiglie, ma miniamo tutto quello che abbiamo costruito perché, oltre a dover pagare l’affitto di casa, la scuola ai nostri figli, il cibo per sfamarli e sfamarci, l’assicurazione della macchina, prestiti, luce, acqua, gas e chi più ne ha più ne metta, dobbiamo anche pagare l’affitto di un immobile che non possiamo usare per legge e quindi pagare la luce, acqua, gas, spazzatura, telefono anche senza averli consumati, dobbiamo pagare tasse anche senza aver lavorato. La cosa più triste è svegliarsi tutte le mattine da 14 mesi e non poter progettare nulla della nostra vita. Viviamo alla giornata.

Molti ci hanno detto: potevate andare a Montecitorio, anziché bloccare l’A1. L’abbiamo fatto sei volte, di cui una volta percorrendo a piedi 300 chilometri, da Firenze a Roma, un’altra organizzando un presidio fisso per 11 giorni, nel corso del quale abbiamo parlato con gli esponenti di tutti, dico tutti, i partiti. Abbiamo fatto, da inizio lockdown, 26 manifestazioni di piazza, la maggior parte delle quali nemmeno passate in televisione. Altri ci hanno detto: il dialogo è la soluzione! Davvero? E non vi sembra dialogo l’aver incontrato il premier, i ministri dello Sviluppo Economico e dell’Agricoltura, tutti i sottosegretari, tutti i capigruppo al senato, vari leader dei partiti, da Salvini a Crimi e l’aver inviato 100 Pec con richieste su tutti i temi possibili e immaginabili?. Non vi sembra buonsenso aver chiuso 4 giorni prima del lockdown e implorato l’ascolto, aver dialogato per 14 mesi, essersi fatti prendere in giro con finte promesse, non aver mai usato violenza, mai alzato un dito, mai offeso nessuno, mai incitato alla violenza, mai chiesto aperture per forza, mai forzato le riaperture, mai violato le regole sui contagi, insomma mai fatto nulla per pregiudicare la vostra tranquillità e salute. Sì, perché noi siamo chiusi per tutelare la salute di tutti, non solo la nostra, ma quella di tutti, ma nessuno ne tiene conto. Le tv ieri , nonostante la protesta in autostrada, come prima notizia hanno parlato della Super Lega. Non viene ascoltato il nostro grido di disperazione, per questo siamo costretti a gesti estremi, come quello di ieri. Sempre meglio che togliersi la vita e non sarebbe la prima volta. Per colpa di questa crisi sono già centinaia gli imprenditori che se la sono tolta, ma forse per voi la loro vita non conta abbastanza, per voi siamo tutti sacrificabili.

Mi fanno sorridere quelli che gridano alla vittoria dopo la conferenza del premier Mario Draghi. Di cosa stiamo parlando? Chi non ha i tavoli all’aperto come verrà aiutato? Le attività delle regioni che non passeranno in giallo cosa faranno? A parte il clima, dettaglio di non poco conto, se dovesse piovere mentre svolgiamo il servizio, dove li mettiamo i clienti, e i nostri dipendenti li rimandiamo a casa? Perché tra le mura domestiche posso ricevere amici e al ristorante non posso andare a mangiare? Perché, a dispetto del colore della regione, posso pranzare e cenare all’autogrill e nelle mense, che altro non sono che ristoranti i cui titolari si sono, per necessità, ingegnati per poter lavorare. Ci criticate perché non siamo disposti ad accettare solo pagamenti con il Pos: perché non azzerate le commissioni? Perché forse volete arricchire le banche e puntare a dividere gli italiani, che godono nell’etichettarci come evasori.

Come abbiamo chiesto nel nostro primo documento, datato marzo 2020, avete bloccato i licenziamenti, ma noi la nostra forza lavoro la stiamo perdendo perché non possiamo dare sicurezza. Ieri, leggere dei post su Facebook di rappresentanti sindacali che offendevano le nostre categorie, inneggiando alla guerra di classe nel 2021, dicendo che ce lo meritiamo, che siamo evasori e bottegai, mi ha ferito peggio di una pugnalata. A loro vorrei chiedere: esistono lavoratori di serie A e di serie B? Chi della nostra categoria vi ha mai offeso? Chi di noi ha mai trattato così le migliaia di vostre manifestazioni, nelle quali avete bloccato città intere per giorni, se non per esprimere solidarietà? Da me avete sempre avuto solidarietà e non solo a parole, ma anche nei fatti, tenendo ai miei collaboratori come se fossero membri della mia famiglia.

Potrei stare qui a scrivere per ore, ma concludo: non siamo criminali, non siamo truffatori, non siamo bestie. Siamo solo esseri umani che vorrebbero avere delle risposte chiare e definitive dalle istituzioni, che vorrebbero passare il loro tempo dentro i locali a lavorare senza dare noia a nessuno, anzi contribuendo, come abbiamo fatto fino a ieri, alla grandezza della nostra nazione. Vi chiediamo umilmente scusa se ieri vi abbiamo creato disagi e fatto perdere cinque ore preziose della vostra vita, ma, vi prego, prendetela come se aveste fatto una donazione, una donazione che ci auguriamo il karma possa restituivi. Oppure, quando andrete in un ristorante, fateci presente che eravate bloccati, a causa nostra, sull’A1, e berremo insieme, a nostre spese, un limoncello, brindando alla fratellanza e alla solidarietà che ormai in questo Paese son diventate merce rara.

Con immenso affetto, Pasquale Naccari, incensurato e datore di lavoro di 24 famiglie, oggi tutte a casa per colpa del Covid, che chiede solo di poter tornare a una minima normalità, visto che intorno a lui tutto gira normalmente.

Ps le energie che usiamo per litigare tra cittadini e lavoratori, dovremmo usarle per combattere la ‘mala-politica’. Vivremmo sicuramente in una società migliore.

Argomenti:autostrada, blocco, intervento, Pasquale Naccari, protesta, Tni horeca

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