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Covid, ma a Santo Spirito è tutto come prima

9 Novembre 2020 // Luciano Mazziotta

Folla e tavolini a Santo Spirito per l'aperitivo

Il “coprifuoco” alle 22 non ha posto fine alla movida che adesso ha anticipato i suoi riti alle 18. Con il solito contorno di assembramenti,  degrado, e scarsissimo rispetto delle regole

Tavolini in piazza schierati in fila l’uno dopo l’altro e ovviamente tutti occupati, fregandosene di distanziamento sociale e mascherine di protezione. E poi ancora decine di giovani e meno giovani che svernano come mandrie l’una accanto all’altra trangugiando l’ennesimo drink. Infine il consueto (purtroppo) degradante assalto ai gradoni del Sagrato e a quelli della strada laterale, via del Presto di San Martino, con l’ormai solito rituale degli angoli più nascosti dell’abside usati come orinatoi a cielo aperto.

A Santo Spirito la mala movida aggira il cosiddetto coprifuoco delle 22 semplicemente anticipando i suoi riti che adesso cominciano intorno alle 18 e vanno avanti fino a quando non scatta il “tutti a casa”. Le fotografie che pubblichiamo sono state scattate durante il fine settimana e mostrano la ormai consueta situazione di assembramento alla quale sembra davvero impossibile porre un rimedio. Peccato che non siano le 23 o le due del mattino, ma orari sicuramente non da nottambuli. Altrettanto naturalmente, in piazza, di Municipale o forze dell’ordine nemmeno l’ombra. La presenza di spacciatori che in tutta tranquillità vendono la “roba” ai clienti preoccupandosi pochissimo di essere scoperti però è continua. E i residenti nella piazza tornano nuovamente alla carica, lamentando per l’ennesima volta l’assenza delle istituzioni in uno degli spazi più affascinanti della città.

“No, per fortuna e per il momento musica a palla non ce n’è – attacca Camilla Speranza del comitato che da mesi si batte per un maggiore controllo della piazza e per il diritto dei residenti a riposare in santa pace – ma è impossibile non notare i tanti piccoli assembramenti di circa una decina di persone che non osservano le norme di sicurezza anti Covid. Qui, anche con il coprifuoco, rimane terra di nessuno senza alcun controllo. La piazza è un tappeto di tavolini e molti degli frequentatori dei locali, comprese anche le persone che passano accanto, il più delle volte non indossano gli strumenti di protezione. Il brutto è che non c’è nessun vigile a controllare… tremendo. Vorrei sapere dove sono i vigili e cosa fa il sindaco Nardella per la salute dei suoi cittadini e la salvaguardia dei suoi monumenti visto che ”.

Il sindaco sabato ha affidato a un post su Facebook il suo invito a rispettare le regole prendendo lo spunto dal bollettino dei contagi da Covid che fra venerdì e sabato ha fatto segnare 1500 nuovo positivi. “A giudicare però dalla folla di ieri (domenica ndr) – scrive il primo cittadino – nelle piazze di Firenze c’è ancora qualcuno che sottovaluta questa terribile pandemia. Se teniamo alla salute di tutti, se amiamo la nostra città e la nostra comunità, dobbiamo essere più attenti e responsabili. Dipende da noi se vogliamo sconfiggere questo maledetto virus. Il menefreghismo è il più grande alleato della pandemia. Evitate i contatti, evitate al massimo le uscite di casa, mettete sempre la mascherina, scaricate la App immuni, lavate spesso le mani. Prima batteremo il virus prima ridaremo fiato e speranza alla nostra economia”.

Parole che non convincono i residenti che auspicherebbero, per la piazza ma anche per il rispetto delle disposizioni, un giro di vite più forte. “Non ne possiamo più – afferma Maria Vannello, che ha un marito con seri problemi di mobilità e anche lei non se la passa benissimo -. Non ne possiamo più di non trovare posti liberi per parcheggiare le nostre auto, dei vetri sparsi in terra, della gente che fa i propri bisogni a cielo aperto, di quelli che non rispettano le regole. Qualcuno deve fare qualcosa”.  

Argomenti:Covid-19, degrado, movida, Santo Spirito

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Info Luciano Mazziotta

Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.

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