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Da parete e da tavolo, e poi i notturni: per sapere l’ora senza ticchettii e senza accendere la candela

15 Luglio 2023 // Luciano Mazziotta

In mostra al Museo Galileo oltre 60 orologi appartenuti al collezionista Gian Carlo Del Vecchio. Oltre a segnare il tempo raccontano anche storie proprie che affiancano quella del progresso generale

Oltre 60 orologi realizzati fra il XV e l’inizio del XIX secolo, veri e propri capolavori dei maestri orologiai sono in mostra fino al 15 ottobre al Museo Galileo nell’ambito della mostra “Ore italiane”, curata da Antonio Lenner (Presidente di Hora-Associazione Italiana Cultori di Orologeria Antica) e Giorgio Strano (Responsabile delle collezioni del Museo Galileo). L’esposizione presenta al pubblico una selezione di orologi italiani rintracciati, conservati e studiati da Gian Carlo Del Vecchio (1918-2016). In sessant’anni di attività, questo grande collezionista ha costituito una raccolta che nulla ha da invidiare a quelle dei maggiori musei del mondo. Per meglio definire il contesto della misura del tempo in ambito italiano, la mostra include anche strumenti per conoscere l’ora ideati prima della diffusione dell’orologio meccanico. Sono inoltre esposti alcuni utensili adoperati dai maestri orologiai per realizzare i loro capolavori.

Tante le storie comunicate dagli orologi in mostra. Si va dai primi orologi per le comunità religiose – i cosiddetti “svegliatori monastici” – ai complessi meccanismi degli orologi astronomici. Molti oggetti sono di raffinata fattura, con intarsi in pietre dure e avorio, o impreziositi dal lavoro di celebri ebanisti, com’è il caso di due orologi notturni menzionati tra i beni registrati in Palazzo Pitti alla morte di Ferdinando Maria de’ Medici nel 1713.

Gli orologi storici esposti non sono soltanto belli e significativi della produzione di alcuni dei più rinomati artefici italiani. Da un lato testimoniano l’ossessione umana di misurare e controllare il tempo nell’effimero tentativo di dominarlo; un desiderio talora stigmatizzato dalle decorazioni presenti sulle casse e sui quadranti degli orologi. Dall’altro lato, alcuni esemplari raccontano storie loro proprie, che si affiancano a quella generale del progresso tecnologico. Ne sono un esempio gli orologi notturni dei fratelli Campani, ideati nel cuore della Roma barocca per esaudire il desiderio papale di sapere l’ora senza dover ogni volta accendere una candela e, soprattutto, senza fastidiosi ticchettii che disturbino il sonno.

La mostra è affiancata da due laboratori didattici appositamente concepiti, che saranno tenuti da esperti di orologeria e misura del tempo: Questi gli appuntamenti: 30 luglio, 27 agosto, 17 settembre con: “La macchina del tempo. Orologi tra ruote e molle”, a cura di Andrea Palmieri. Il 3 e 10 settembre, 8 ottobre: “Meridiane e orologi solari: Alla ricerca del tempo vero”, a cura di Stefano Barbolini

Argomenti:Mostra, Museo Galileo, ore italiane, orologi

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Info Luciano Mazziotta

Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.

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