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Giani a San Miniato: “Investire sulla Toscana significa valorizzare l’Italia”

21 Gennaio 2020 // Luciano Mazziotta

Apertura della campagna alla Rocca sotto la Torre di Federico, poi il bagno di folla alla Casa Culturale: “La Regione deve essere punto di riferimento e di ricchezza per industria, agricoltura, economia, cultura

L’inaugurazione del comitato elettorale a S. Miniato

Quando governeremo dovremo nutrirci di sogni, ideali e obbiettivi: Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei loro sogni. Investire sulla Toscana significa valorizzare l’Italia, e lo possiamo fare con la vocazione di un movimento progressista che qui ha sempre dato un segnale a tutta la nazione”.

Parte da San Miniato la campagna elettorale per le amministrative di maggio di Eugenio Giani, presidente uscente del Consiglio Regionale e candidato del centrosinistra sostenuto da Pd e 17 diverse sigle. E il luogo non è scelto a caso: quel luogo dove Giani, da bambino, veniva spesso a trascorrere i pomeriggi prima di trasferirsi definitivamente a Firenze e dove si vedono ben 9 dei 10 confini delle province toscane: nel pomeriggio la Rocca sotto la Torre di Federico dove il vento fortissimo gli scompiglia fogli e capelli, poi la sera alla Casa Culturale in una sala incapace di contenere le oltre mille persone che hanno voluto assistere al battesimo del comitato elettorale.

Sanità, ambiente, volontariato, lavoro, infrastrutture sono gli argomenti di un intervento appassionato, già ribattezzato “Il discorso di San Miniato”, nel quale il candidato presidente sciorina la sua ricetta personalissima per la Toscana che verrà. “Basta – ha esordito – con la Toscana a due velocità: la regione deve essere un punto di riferimento e di ricchezza per industria, agricoltura, economia, cultura: tutto deve viaggiare allo stesso livello. Dal 2008 siamo l’unica regione che ha visto aumentare il tasso di occupazione sebbene situazione difficile del Paese grazie a distretti che funzionano, dove c’è sinergia tra pubblico e privato vedi ad esempio il compreso del cuoio con 600 aziende conciarie sulle 1.200 italiane nei sei comuni qui vicini grazie anche ai depuratori costruiti pubblicamente sull’Arno che creano filiera di prodotto”.

E il discorso scivola inevitabilmente sull’energia, le infrastrutture, il porto di Livorno, il corridoio tirrenico (sia per le strade che per la ferrovia), l’Aurelia a 4 corsie, la seconda pista dell’aeroporto di Paretola. “Avremo – continua – una nuova aerostazione a Pisa e una pista più sostenibile a Firenze”.

Ma il capitolo che gli sta più a cuore è quello della sanità che rappresenta l’86% del bilancio regionale. “La Toscana – continua è una delle tre regioni migliori, ma abbiamo la consapevolezza che occorre aggiustare qualcosa perché con solo tre ASL abbiamo perso il rapporto con il territorio”. Nei primi sei mesi dunque check up per capire cosa funziona e cosa no, ospedali intermedi, stop con i tagli al personale, welfare e politica sociale: ecco gli obiettivi da perseguire.

E poi ancora la cultura con una “Regione che ha il 25 percento dei beni di tutta Italia. Con la cultura si mangia eccome, perché si nutre il nostro spirito e la nostra crescita”. Poco spazio alla polemica polemica con il centrodestra, almeno per il momento: “La Lega – sottolinea – parla di sicurezza, non evado l’argomento ma la sicurezza non può esssere oggetto di demagogia”. E propone, ricordando i 20 milioni di euro spesi, sostegno ai comuni per la vigilanza, formazione, la creazione di una scuola di polizia municipale Toscana. “Il candidato del centrodestra – aggiunge – non c’è ancora, non hanno neanche un programma. Se Salvini vuole venire in Toscana, venga pure. L’ultima volta è stata due mesi fa”. Giani conclude citando il poeta Mario Luzi che a San Miniato fu giovane insegnante di liceo: “C’è un posto dove non c’è bisogno di tante parole per farti capire, per sentir che stai bene: è la Toscana”.

Luciano Mazziotta

Claudio Tirinnanzi

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Argomenti:elezioni2020, eugenio giani, Pd, San Miniato

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Info Luciano Mazziotta

Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.

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