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Le mani della ‘ndrangheta sulla Toscana

15 Aprile 2021 // Luciano Mazziotta

Dal traffico di cocaina al controllo di lavori stradali, allo smaltimento illecito di scarti nelle concerie. Ecco come la cosca Gallace si era infiltrata nella Regione. 8.000 tonnellate di rifiuti tossici sotto la strada regionale 429 e il tentativo di inserirsi nella realizzazione del Centro sportivo della Fiorentina

Dal traffico di cocaina al controllo di lavori stradali, allo smaltimento illecito di rifiuti nelle concerie. La ‘ndrangheta calabrese si era pesantemente infiltrata in Toscana e oggi una articolata operazione dei Carabinieri e della Dda di Firenze ha definitivamente stroncato le attività criminali della cosca Gallace arrestando ben 23 persone. Tra i 19 indagati ci sono anche esponenti politici toscani e dirigenti di enti pubblici. I due indagati in Regione sono il capo di gabinetto Ledo Gori per corruzione e il dirigente della Direzione Ambiente Edo Bernini. Indagata anche Giulia Deidda, sindaco di Santa Croce sull’Arno e il consigliere regionale Andrea Pieroni. 

L’inchiesta coinvolge elementi di vertice dell’Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno i quali, secondo l’accusa, rappresenterebbero il fulcro decisionale di tutto l’apparato sotto indagine. Messa in luce anche l’infiltrazione che passava nel settore inerti della cosca calabrese Gallace che, preso il controllo su una storica azienda del Mugello, avrebbe condizionato la concorrenza aggiudicandosi importanti commesse pubbliche. In un filone dell’operazione sono stati eseguiti sei arresti (uno in carcere e cinque ai domiciliari) in Toscana, Calabria e Umbria per la gestione di rifiuti reflui e fanghi industriali prodotti nel distretto conciario tra le province di Firenze e Pisa.

Dalle inchieste coordinate dalla Dda di Firenze emerge di particolare rilievo – segnalano gli inquirenti – la circostanza che il titolare dell’impianto di trattamento abusivo di materiali riciclati dai reflui e dai fanghi delle concerie di Santa Croce sull’Arno (Pisa), Francesco Lerose, “fosse in stretto contatto con ambienti di spessore criminale della cosca Gallace, i quali avevano preso il controllo del subappalto del movimento terra per la realizzazione del V lotto della Strada regionale 429 Empolese-Valdelsa”. Grazie a questi contatti e infiltrazioni risulterebbero stati smaltiti abusivamente nei rilevati della nuova strada circa 8.000 tonnellate di rifiuti contaminati. Questo episodio, chiariscono Carabinieri Forestali e Ros, costituisce il collegamento investigativo tra l’indagine denominata ‘Keu’ dei Forestali e l’indagine svolta dai Carabinieri del Ros denominata ‘Calatruria’, poiché attraverso la ditta mugellana ‘Cantini Marino’, infiltrata da esponenti della cosca Gallace, è stato possibile ricostruire da parte del Ros il controllo del movimento terra nell’appalto del lotto V della Strada regionale 429 con condotte estorsive, e contemporaneamente è stato possibile ricostruire da parte dei Cc Forestali e dei Cc del Nucleo Ecologico la collaborazione fornita da Lerose alla ditta Cantini con la fornitura di ingenti quantitativi di rifiuti contaminati smaltiti abusivamente quale sottofondo o rilevato per le opere realizzate nell’appalto pubblico.

Un altro filone ha portato all’esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare, per un totale di 17 arresti che hanno colpito imprenditori contigui alla cosca Gallace di Guardavalle (Catanzaro). Sono questi gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata all’estorsione, illecita concorrenza con violenza e minaccia, sub-appalto irregolare ed altro, nonché associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, favoreggiamento, il tutto aggravato sia dal metodo mafioso che dall’avere agevolato la cosca Gallace. Il traffico ruotava attorno al porto di Livorno ed è stato arrestato un importante esponente della ‘ndrangheta. Tra le carte dell’inchiesta figura anche il nuovo centro sportivo della Fiorentina a Bagno a Ripoli. Agli atti emerge infatti che uno degli imprenditori arrestati sarebbe voluto entrare nell’affare.

Argomenti:Carabinieri, inchiesta, Rifiuti, tossici

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Info Luciano Mazziotta

Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.

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