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“Stanze civiche”, ciclopedonali e verde: l’ex caserma dei Lupi diventa città

19 Giugno 2020 // Luciano Mazziotta

Ecco come diventerà l'ex caserma dei Lupi nel rendering dello Studio Poloni di Luino (Va)

In commissione territorio il progetto che prevede anche un mix fra residenza, commerciale, cultura e servizi nell’ottica del famoso discorso del sindaco La Pira per l’inaugurazione nel 1954 dell’Isolotto

Uno lungo spazio urbano contemporaneo caratterizzato da aree pubbliche (le cosiddette “stanze civiche”), verde e percorsi ciclo-pedonali, con gli edifici che si affacciano sull’asse centrale in un mix di funzioni residenziali, commerciali, sociali e di servizi. Così il Comune immagina il futuro dell’ex caserma dei Lupi di Toscana.

L’assessore all’urbanistica Cecilia Del Re

In commissione territorio, riunita congiuntamente a quella del Quartiere 4, va avanti il percorso del piano attuativo per dare una nuova vita all’imponente complesso situato al confine tra i comuni di Firenze e Scandicci. Percorso che poi dovrà essere sottoposto al Consiglio comunale. Il progetto, risultato vincitore del concorso internazionale di idee del giugno 2018, è stato presentato dallo studio dell’architetto Paolo Luigi Poloni di Luino (Varese), che affiancherà adesso il gruppo di lavoro dell’Amministrazione nella stesura e nella definizione della documentazione tecnica indispensabile per avere semaforo verde.

Lo spazio urbano si conclude con la piazza principale Lupi di Toscana e l’edificio dell’ex palazzina di comando che verrà destinato ad attività sociali-culturali. Il program­ma complessivo comprende 33.500 mq di superficie utile lorda destinato a residenziale (di cui 22mila di Social Housing), 7.500 mq di Sul commerciale, 12mila mq di uffici/terziario/sanitario, 6.500 mq di sociale/istruzione/culturale. 

“Sarà un progetto – racconta il presidente commissione Territorio Renzo Pampaloni – caratterizzato da una grande attenzione sia all’inserimento naturalistico della zona, grazie alla creazione del Parco agricolo Periurbano aperto alla cittadinanza e alle connessioni con il fiume Greve, che al sistema di mobilità ecologico che collegherà la fermata tramviaria di Viale Nenni con il polo ospedaliero di Torre Galli-Don Gnocchi”. 

Al concorso di idee, finanziato con un contributo di 260mila euro dall’Agenzia del Demanio, il Comune è arrivato a seguito del percorso partecipativo che ha coinvolto oltre mille cittadini e non a caso è stato chiamato ‘Non case ma città 2.0’, richiamando il famoso discorso del sindaco Giorgio La Pira inaugurando la nuova “città” dell’Isolotto il 6 novembre 1954.

“Sorgerà – commenta il presidente del quartiere 4 Mirko Dormentoni – un nuovo centro pulsante della città metropolitana, un mix virtuoso tra funzioni pubbliche e private -, importante l’edilizia sociale per rispondere al bisogno di casa, così come verde pubblico e dell’agricoltura sociale. Vogliamo un quartiere ecosostenibile in cui prevalgano gli spazi aperti e pubblici, le funzioni culturali e sociali, l’accessibilità e l’inclusione, una nuova casa per la nostra comunità locale, in continuità ideale con la città giardino dell’Isolotto storico”.

Il progetto prevede una destinazione residenziale di almeno il 60% (con quota prevalente di housing sociale) mentre il restante 40% riguarda altre destinazioni d’uso, garantendo un adeguato mix funzionale. L’intervento verrà realizzato con la demolizione degli edifici presenti esclusa la palazzina Comando. “Andiamo avanti – conclude l’assessore all’urbanistica Cecilia Del Re – con uno dei più grandi interventi di trasformazione e ricucitura urbana della nostra città metropolitana. Si tratta dell’unica Caserma -tra quelle presenti sul territorio comunale fiorentino- l’unica a essere divenuta di proprietà del Comune nell’ambito delle dismissioni dei beni demaniali messe in atto dal Ministero della Difesa nel 2014”.

Argomenti:caserma, Cecilia Del re, Giorgio La Pira, Isolotto, Lupi di Toscana, recupero, Studio Poloni

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Info Luciano Mazziotta

Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.

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