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Una parola che non c’è e un film per ricordare la shoah

26 Gennaio 2021 // Luciano Mazziotta

L'installazione Pitchipoi del collettivoClaire Fontaine nella foto di Leonardo Morfini

L’installazione Pitchipoi del collettivo Claire Fontaine e il film Manni con Giorgio Van Straten nei panni di attore celebrano al Museo del Novecento la Giornata della Memoria

Un momento della conferenza stampa di stamattina al Museo del Novecento

Per il terzo anno consecutivo, il Museo Novecento di Firenze celebra il Giorno della Memoria, e domani lo fa con un doppio appuntamento. Nella parte coperta del loggiato all’esterno del museo, proprio a fianco della targa che ricorda come le Leopoldine divennero luogo di reclusione per prigionieri politici ed ebrei, verrà installata lai scritta al Led Pitchipoi, un’opera del collettivo Claire Fontaine. All’interno del museo, nella sala cinema, verrà proiettato per l’intera giornata di domani, il film Manni di Riccardo Iacopino, prodotto dal Museo Novecento e realizzato a partire da un racconto di Giorgio van Straten, che in questa occasione si presenta anche nella veste di ‘attore’ protagonista.

“Mai abbassare la guardia contro mali assoluti come nazismo, fascismo, xenofobia e antisemitismo – ha detto l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi durante la presentazione svoltasi stamattina – e per farlo dobbiamo utilizzare tutti i mezzi possibili, anche quello dell’arte. Grazie al museo Novecento per tenere ogni anno viva la memoria e per accogliere di nuovo i visitatori con queste proposte che raccontano la tragedia della Shoah attraverso le immagini, un modo per continuare a riflettere”.

Pitchipoi è il nome di una parola inventata e di una località immaginaria dal nome fiabesco in cui gli ebrei, in attesa nel campo di transito di Drancy in Francia, erano convinti di dover andare senza sapere invece che di lì a poco, sarebbero stati deportati ad Auschwitz. “In questa parola – afferma Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento – si nasconde il tragico destino di milioni di persone e il gioco spietato e ingannevole cui i deportati in viaggio verso i campi di sterminio erano sottoposti assieme ai loro bambini. Dalle labbra dei carnefici quella ‘magica’ parola passava ai genitori e ai parenti che negavano la verità tanto a se stessi quanto ai figli più piccoli, facendo loro immaginare un viaggio fantastico in un paese degno di una favola, quando al contrario li aspettava la soluzione finale. Una ulteriore prova della inaudita logica della ‘banalità del male’, tanto inumana quanto spaventosamente normale”.

La collaborazione fra il Museo Novecento e il duo artistico Claire Fontaine è cominciata in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne e di genere il 25 novembre scorso ed è proseguita in occasione di Flight, Firenze Light Festival con la grande scritta luminosa Siamo con voi nella notte, che ha trasformato la facciata del Museo in un ideale diaframma tra l’interno dell’edificio e la piazza di Santa Maria Novella. Pitchipoi, a cura di Paola Ugolini, resterà nel loggiato sino all’11 marzo.

Manfred “Manni” Buchaster

Manni, è un film di Riccardo Iacopino che ha per protagonista lo scrittore Giorgio van Straten, autore di un racconto dedicato a Manfred Buchaster, Manni appunto, uno dei tanti bambini di cui l’Olocausto ha fatto perdere completamente le tracce salvo un suo piccolo ritratto e una foto. “Ci sono delle storie che divengono ossessioni – racconta van Straten -. “Storie che ti seguono per anni e non riesci a dimenticarle. Quella di Manfred mi è rimasta in mente dal giorno che ne ho letto la prima volta. Una vita fra le tante distrutte dalla Shoah, un’ingiustizia che va moltiplicata per milioni di volte”.  Manfred Buchaster era nato nel 1938 a Lipsia, in Germania, e sappiamo che nel 1943 era stato arrestato in Italia, a Costa di Rovigo. Cosa fosse successo prima di quella data e, soprattutto, cosa sia accaduto dopo quel momento è stato inghiottito nell’immensa tragedia dell’Olocausto: insieme alle storie di tantissimi altri ebrei dispersi.

Argomenti:Giornata della Memoria, Manni, Museo del Novecento, Pitchipoi, Shoah

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Info Luciano Mazziotta

Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.

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