Giani nuovo Presidente della Regione, sconfitta Ceccardi. Aumentano Lega e Fratelli d’Italia che va al 13,8% succhiando Forza Italia. Non sfonda Italia Viva (4,5%). E a palazzo Vecchio andrà in scena un difficile rimpasto di Giunta
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La spallata tanto temuta non c’è stata. La Toscana rimane saldamente in mano al centrosinistra e conferma così la sua tradizione che la vuole fin dall’istituzione delle Regioni a guida “gouche”. E il Pd nonostante tutto resta il primo partito con il 34,71% dei consensi. Eugenio Giani è il nuovo presidente della Regione, Susanna Ceccardi è stata sconfitta con oltre 8 punti di distacco (48,62% contro 40,45%).
Salvini e la Lega dovranno aspettare altri cinque anni prima di dare di nuovo l’assalto al cosiddetto fortino rosso, ma naturalmente adesso è impossibile immaginare che tipo di situazione ci si troverà davanti. Il Carroccio va al 21,78% (era al 16,1%), ma il dato politico sicuramente più rilevante è l’avanzata della destra con Fratelli d’Italia che come ampiamente previsto va in doppia cifra raggiungendo il 13,8% (era il 3,8% nel 1015).
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A pagare le conseuguenze è stata Forza Italia, che dilaniata dalle polemiche pre-voto Cellai-Stella ha ridotto della metà i suoi voti: dall’8,4% al 4,15%. Una specie di disfatta se si considera che gli azzurri si presentavano insieme all’Udc. E a proposito di disfatta i tanti strombazzati dieci punti di Italia Viva + Europa alla fine si sono ridotti a un 4,5% piuttosto misero che però consente al partito di Matteo Renzi di portare due consiglieri a Palazzo Del Pegaso.
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Non va meglio ai Cinque Stelle dimezzati rispetto al 2015 (da 15% a 7,02). Il nuovo consiglio regionale dunque sarà formato da due grandi coalizioni e un unico partito che per detta della sua candidata governatrice Irene Galletti si porrà senza dubbio all’opposizione. Disperse Toscana a Sinistra con Tommaso Fattori (2,86%), Il partito Comunista di Salvatore Catello (1,05%) e il Pci di Roberto Barzanti (0,96%). Insieme potenzialmente avrebbero quasi raggiunto la soglia di sbarramento del 5%. Un dato sui cui pensare insieme alla considerazione che la sinistra divisa, come insegna la storia di tutte le elezioni, non va da nessuna parte.
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Detto questo adesso si apre il periodo della riflessione e dell’analisi. L’insistenza degli ultimi giorni sulla paura della Ceccardi e sul voto utile (pancia a terra e visita agli elettori casa per casa per trovare i voti era stato uno degli slogan utilizzati dal sindaco fiorentino Dario Nardella) ha sicuramente inciso sul risultato finale ma è indubbio che il Pd dovrà tirare le fila della situazione toscana che proprio facile in questo momento non è. A proposito di Nardella: con il probabile arrivo in Consiglio Regionale di Cristina Giachi e Andrea Vannucci si aprirà un difficile rimpasto di giunta a Palazzo Vecchio. C’è da giurarci che i prossimi giorni proprio tranquilli non saranno.