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Bergamasco e Marchioni, coppia piena di rancori alla Pergola in ‘Chi ha paura di Virginia Woolf?’

14 Febbraio 2023 // Luciano Mazziotta

Al Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio invece si ride con Paolo Cevoli e le sue Lezioni di Marketing romagnolo

Al Teatro della Pergola, da oggi 14 febbraio e fino al 19 febbraio, va in scena la strana notte di due coppie tra confessioni, accuse e bugie. Antonio Latella dirige Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Ludovico Fededegni, Paola Giannini, in Chi ha paura di Virginia Woolf? di Edward Albee nella nuova traduzione di Monica Capuani, dramaturg Linda Dalisi, produzione Teatro Stabile dell’Umbria. Sonia Bergamasco ha vinto il Premio UBU 2022 come miglior attrice per il ruolo di Martha e Ludovico Fededegni il Premio UBU 2022 come miglior attore under 35 per l’interpretazione di Nick. «Un testo realistico, ma che diventa visionario – afferma Latella – per la potenza del linguaggio, per la maniacalità della punteggiatura e per la visionarietà, dovuta ai fumi dell’alcool e alle vertiginose risate che divorano e fagocitano i protagonisti. Chi ha paura di Virginia Woolf? Se c’è qualcuno alzi la mano.»

Il 15 febbraio, alle 17, Sonia Bergamasco presenterà il suo ultimo libro per La Nave di Teseo, Il quaderno, alla libreria La Feltrinelli di Firenze. Il 17 febbraio, alle 18, il cast dello spettacolo incontra il pubblico al Teatro della Pergola. Coordina Matteo Brighenti. L’ingresso a entrambi gli eventi è libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Il dramma borghese e psicologico Chi ha paura di Virginia Woolf?, scritto da Edward Albee nel 1962, ospita un autentico gioco al massacro fra due coppie. La storia da realistica si fa visionaria, quasi onirica, nella versione lacerante e vorticosa voluta da Latella per una vicenda che si svolge nelle poche ore notturne in cui una coppia di mezza età, Martha e George, ospita in casa una coppia più giovane, formata da Nick, collega di George, e da sua moglie Honey. Un’ospitalità che si rivela, però, sempre più insidiosa e insostenibile, ma al tempo stesso coinvolgente. Proporzionalmente ai fumi dell’alcool salgono i toni del confronto fra i protagonisti, le provocazioni, le sfide. 

«La Woolf – scrive Latella nelle note di regia – è presente nei due protagonisti che fanno da specchio alla giovane coppia scelta come sacrificio di questo violentissimo e disperato amore. Ogni volta che entra la morte, bisogna inventare, mentire, ricostruire. La morte la puoi vincere solo con l’invenzione. Ed è proprio quello che fa fare Albee ai suoi protagonisti, prende spunto da questa frase della Woolf e porta questa coppia, ormai morente, a inventare per ricrearsi, per restare in vita, a scegliere di inventare un figlio mai esistito, ed è spiazzante che lo faccia proprio lui che fu adottato. Bisogna scegliere di spiazzare la morte, di vincere la depressione, la paura, forse anche di anticiparla, proprio come fece la grande Virginia Woolf». Nello spazio di un claustrofobico salotto, i padroni di casa danno sfogo ai reciproci rancori, mentre i due ospiti vengono travolti da uno spettacolo che sembra prefigurare il loro stesso destino. Sullo sfondo, l’illusorio sogno americano. «Per fare tutto questo ho voluto circondarmi di un cast non ovvio, non scontato, un cast che possa spiazzare e aggiungere potenza – conclude Latella – che avesse già nei corpi degli attori un tradimento all’immaginario, un atto-attore contro il fattore molesto della civiltà, che Albee ha ben conosciuto, come ci sottolinea nella scelta del titolo».

 Autore di oltre trenta testi e vincitore di tre premi Pulitzer e di due Tony per il teatro, Albee ha diviso fino alla fine la critica. Nonostante questo, Chi ha paura di Virginia Woolf? è diventato un vero e proprio classico della drammaturgia americana: la sola edizione del debutto totalizzò 664 repliche consecutive a Broadway. L’adattamento cinematografico del 1966, opera prima di Mike Nichols, con Richard Burton ed Elizabeth Taylor, ha dato poi all’autore fama internazionale.

Paolo Cevoli

Di tutt’altro genere invece la proposta del Teatrodante Carlo Monni che venerdì 17 febbraio ore 21.00 presenta in prima toscana “Lezioni di marketing romagnolo” di e con Paolo Cevoli. Lo spettacolo andrà in scena a Campi Bisenzio nell’ambito della stagione di prosa a cura di Fondazione Accademia dei Perseveranti con la direzione artistica di Andrea Bruno Savelli. L’attore volto di Zelig – noto al grande pubblico per il personaggio dell’assessore Palmiro Cangini – ma anche e soprattutto imprenditore con l’hobby del cabaret, salirà sul palcoscenico con un monologo tutto da ridere per raccontare la sua esperienza da manager della ristorazione. Con innata simpatia Cevoli passa dalle origini della Pensione Cinzia di Riccione, gestita dalla famiglia, fino ai giorni nostri. Fa da sfondo una terra, quella di Romagna, che ha nell’ospitalità, nella laboriosità e nel buon umore il segreto del suo successo. Azienda, marketing e customer relationship management, tutti rivisti in chiave romagnola con uno spettacolo esilarante dal ritmo irrefrenabile (info e ingressi: www.teatrodante.it). Sabato 18 alle 21.00 nell’ambito della rassegna dedicata a Andrea Cambi, che raccoglie il meglio del teatro toscano, “Cabaret o quel che è”, la storia di una straordinaria forma d’arte apparsa per la prima volta in un piccolo locale di Parigi e poi approdata ai palcoscenici televisivi, raccontata da Andrea Bruni tra monologhi, rivelazioni e lustrini. Una storia costruita non solo sulle risate, ma anche sulla poesia e sulla libertà: Bruni ci conduce in un viaggio divertentissimo fatto di continue scoperte, in una carrellata personaggi che assomigliano ad ciascuno di noi.

Tutte le foto di Chi ha paura di Virginia Woolf sono di Brunella Giolivo

Argomenti:chiha paura di virginia woolf?, Teatro la Pergola, Teatrodante Carlo Monni

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Info Luciano Mazziotta

Luciano Mazziotta è nato a Firenze nel 1960. Giornalista professionista, nel tempo ha lavorato per La Nazione, la Repubblica (redazione di Milano), la Prealpina di Varese e diverse altre testate locali lombarde occupandosi di politica, cronaca, cultura e spettacoli. E’ tornato a vivere a Firenze nel febbraio 2019 dopo 30 anni passati a rincorrere personaggi e a raccontare fatti ed eventi, alcuni anche eclatanti.

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